Milan, B. Berlusconi: “Vinceremo altri 25 anni, mai tifare Inter, sulle mie foto con Pato…”

MILAN BARBARA BERLUSCONI PATO INTER – L’ufficio era di Leonardo, con una grande foto alle spalle del Milan di Capello, che festeggia a Washington la Supercoppa italiana vinta nel 1993 contro il Torino. Barbara Berlusconi chiede se può bastare la luce che entra dalla vetrata su via Turati. Un’indiretta dimostrazione del suo carattere semplice e solare, con il quale riceve per la prima volta un giornalista, nella sede rossonera, parlando di tutto: da Sacchi ad Ancelotti, da Gullit a Gattuso, da Maldini a Pato. Barbara Berlusconi, a Verona ha debuttato in una trasferta di campionato: è l’inizio di una nuova carriera al seguito del Milan? «Quella partita coincideva con il 25 ° anniversario dell’ingresso di Silvio Berlusconi nel Milan. Con la mia presenza ho voluto dimostrare la stima e l’orgoglio per lo straordinario percorso che mio padre ha deciso di intraprendere e per gli obiettivi che è riuscito a conseguire. Grazie alla sua vera passione, alla sua competenza, alle sue intuizioni e alla sua incontenibile voglia di vincere il Milan è diventato nel mondo un esempio di qualità, continuità, determinazione e successo. Credo che siano pochi i club che in soli 25 anni abbiano saputo regalare ai propri tifosi emozioni altrettanto forti e indimenticabili» . Quale filosofia portata da suo padre in questi 25 anni non si dovrebbe perdere? «La capacità di porsi sempre nuove sfide nel calcio, nuovi obiettivi per la società e nel contempo innovare insieme con l’impegno di voler rimanere in vetta alle classifiche nazionali e internazionali. Questa era, e deve rimanere, la missione del club che vuole continuare a far vivere il sogno milanista: primi in Italia, in Europa e nel mondo» . Qual è il momento che fotografa meglio di altri la presidenza di suo padre? «Nei nostri uffici, in via Turati, ci sono molte foto che ricordano la storia del Milan, ma l’immagine che preferisco è quella in cui mio padre, sollevato da Massaro, Ancelotti e Maldini, alza verso il cielo la Coppa dei Campioni appena vinta contro il Benfica nel ’ 90. Lì c’è la gioia della conquista e si comprende il ruolo centrale che Silvio Berlusconi ha avuto nel costruire fin dall’inizio un grande Milan» . Lei frequenta la sede da tre mesi: qual è il motivo per cui si sta occupando del Milan? «Sono qui perché vorrei conoscere e comprendere le dinamiche attraverso le quali funziona questo mondo. Il Milan rappresenta una realtà di rilievo per Fininvest ed è importante che ci sia la volontà di interessarsi in modo diretto al suo sviluppo» . Ha capito quale potrebbe essere il suo ruolo in società? «Il mio obiettivo non è avere un ruolo dirigenziale nel Milan. Qui vorrei trasmettere la volontà di tutelare l’interesse del club e della mia famiglia, che continua ad appassionarsi in modo diretto alla società» . Il Milan, però, ufficialmente non ha un presidente: potrebbe essere lei il primo presidente donna nella storia del club? «Parlare di presidenza mi sembra prematuro perché io non mi sento una donna del calcio. Ho studiato filosofia, ho operato nel settore dell’arte, mi interesso di management e strategia aziendale, ambito nel quale desidero proseguire gli studi. Oggi sono al Milan non per occuparmi degli aspetti sportivi, ma per provare a guardare avanti. Il mondo del calcio sta cambiando e c’è la necessità di concentrarsi sui prossimi obiettivi del club. E in questi casi un punto di vista non ancora abituato a processi quotidiani e convenuti può proporre novità costruttive e migliorative che guardino verso il futuro» . Che cosa le ha detto suo padre prima di questo suo avvicinamento al Milan? «Mi ha fatto questo ragionamento: se riesci a comprendere come si gestisce una società di calcio, allora sarai in grado di operare in qualsiasi altro settore. Questa è una sfida che mi piace affrontare» . Che cosa l’ha sorpresa nel mondo del calcio? «L’immensa passione dei tifosi rossoneri per la loro squadra e la straordinaria capacità di unire e abbattere ogni divisione: politica, sociale, culturale» . Che cosa vorrebbe cambiare? «Ammiro lo sport americano, ma purtroppo non è un modello replicabile in Europa. Perché da noi non ci sono campionati chiusi e per poter vincere occorre disporre di una sempre maggiore capacità finanziaria» . C’è una donna nel mondo del calcio che ammira? «Non ne conosco personalmente, ma vedo che nel calcio ci sono già donne che operano con serietà e competenza. Mi piacerebbe vedere una partita di Serie A arbitrata da una donna» . Il Milan ha appena festeggiato i 25 anni con Berlusconi: lei vorrebbe festeggiare i 50 nel 2036? «Se sono qui, vuol dire che la mia famiglia intende rimanere a lungo nel Milan, nel segno della continuità con una visione proiettata nel futuro. L’obiettivo è quello di rimanere il club più titolato al mondo anche per i prossimi 25 anni, festeggiando le nozze d’oro ancora con la famiglia Berlusconi al vertice» . Qual è il primo ricordo che ha del Milan? «UNA partita a San Siro, quando avevo 3 o 4 anni. Vidi cadere Gullit e chiesi preoccupata a mio padre: “ma perché trattano così male quella bambina con le treccine?”. Lui mi prese in braccio e continuò a ridere per non so quanto tempo» . . Qual è stato il Milan che le è piaciuto di più? «Amecontinua a piacere il Milan. di Sacchi, che portava avanti un’idea di gioco innovativa, una macchina perfetta. Ma nel mio cuore è rimasto il Milan di Capello, perché per questioni di età mi ha regalato gioie in diretta. Non dimenticherò mai quella spettacolare finale di Champions del 1994 contro il Barcellona. Avevo 10 anni e provai emozioni fortissime che ricordo ancora oggi» . C’è un giocatore del passato che vorrebbe rivedere nel Milan? «Paolo Maldini perché è stato un esempio e ha rappresentato la continuità per quasi tutti questi 25 anni» . A proposito di giocatori, in questi giorni sono uscite fotografie che la ritraggono in compagnia di Pato. Come commenta il gossip che ne è seguito? «Le fotografie sono del dicembre scorso, dopo una cena trascorsa con amici comuni al termine della quale ci siamo salutati come sempre» . Con o senza Pato, sarà più facile vincere lo scudetto o la Champions? «Un tifoso deve avere il diritto di sognare. Per questo andrò a Londra con la convinzione di poterci qualificare, senza scegliere tra scudetto e Champions. Dobbiamo puntare a vincere tutto, anche la Coppa Italia» . Nel ritorno contro il Tottenham non ci sarà Gattuso: gli ha parlato dopo la squalifica? «Non voglio parlare del caso Gattuso, però vorrei ribadire un concetto. Il Milan è il club più titolato al mondo, ha un’immagine importante che va tutelata per la comunità, il Paese che rappresenta e la famiglia che ne è proprietaria. Pertanto, ritengo che i calciatori, un esempio per tanti, debbano essere funzionali a questa filosofia e condividerne i valori. Rispetto, sportività, disponibilità e lealtà vorrei che fossero valori trasmessi da tutte le componenti del Milan» . Condivide anche il principio di suo padre, secondo cui il perfetto milanista, e milanese, quando non può vincere deve tifare per l’Inter? «Il Milan sarà sempre una squadra attrezzata per vincere sul campo. Ma se non ce la facesse, mai tifare Inter».

Fonte: Gazzetta dello Sport

Gestione cookie