INTER-CAGLIARI FURIA SARDA CELLINO DONADONI – Donadoni usa i toni alla…Donadoni, ma non per questo salva Celi. Anzi. I giocatori, invece, sono molto più espliciti e molto meno comprensivi. Ma quello più duro è Massimo Cellino che al telefono fa esplodere la sua rabbia: «Nemmeno con questo arbitro l’Inter vince il derby. Mi girano così tanto le scatole che è meglio che non parli». Ma la prima frase può bastare. Il Cagliari, dal presidente all’ultima riserva, è furibondo con Celi. Da quello che dice Biondini si capisce cosa è successo in campo, nell’attimo prima e nell’attimo dopo il gol di Kharja. E si capisce ancora meglio qual è l’umore nello spogliatoio del Cagliari. Sono furibondi con l’arbitro molisano e col guardalinee Pugiotto. L’attacco più diretto è di Davide Biondini. Il gol, secondo il centrocampista, era da annullare per il fuorigioco di Ranocchia, ma a quel gol l’Inter non doveva nemmeno arrivare perchè «l’arbitro ci ha detto che avrebbe fischiato per far battere la punizione, e invece Eto’o ha battuto senza aspettare nessun fischio » .Durissimo: « E’ inutile parlare di questa partita. Non ci è stato permesso di giocare dal primo all’ultimo minuto» . Spietato: «Se mi dispiace perdere per un gol in fuorigioco? Mi dispiace di più giocare in 11 contro 12». Gli chiedono se ha cercato di parlare con Celi: « E’ inutile: con gli arbitri non si può parlare ».
«DOVEVA FISCHIARE…» – Sul mancato fischio dell’arbitro di Campobasso, in occasione del gol di Kharja, intervengono Agazzi ( « Aveva detto che avrebbe fischiato… » ) e Pisano ( « ha allontanato i miei compagni perchè ha avvertito tutti che avrebbe fischiato… » ) . L’accusa di Nenè invece è generale: «Sarebbe stato più giusto un pari. Ma l’arbitro ha fischiato tutto per loro e niente per noi». Sul caso-Celi, in generale, Roberto Donadoni è tranquillamente…arrabbiato. «Cosa devo dire del gol? Se è fuorigioco e non l’ha fischiato, c’è poco da stare a ragionarci sopra. Purtroppo ormai il risultato è quello». Colpa anche della difesa che si è fatta fregare dal tocco di Eto’o. « Qualcuno mi ha assicurato che l’arbitro ha detto che avrebbe fischiato lui. Non so dove sta la verità, possiamo pensare tutto e il contrario di tutto. La realtà è che è successo e dobbiamo limitarci a quello senza fare dietrologia o ragionamenti per ipotesi » , questo in tv. In sala stampa è meno diplomatico, anche se non duro come i suoi giocatori. «Prendere un gol irregolare, dopo appena 7 minuti, ti condiziona, questo è ovvio. L’arbitro non era in una delle sue migliori serate, ma può capitare ai giocatori, può capitare a me, rientra nel gioco. Non è da lì che deve partire il nostro modo di ragionare. Ma di sicuro un po’ di tensione, un gol così, te la mette addosso » .
PIU’ ATTENZIONE – E’ quello che chiede Donadoni ai suoi difensori. Celi a parte, l’episodio del gol induce il tecnico dei sardi a soffermarsi sull’atteggiamento della difesa. « Dovevamo essere più attenti su quella punizione, più reattivi, dopo 7 minuti le energie ci sono, è mancata la lucidità » . L’analisi tocca altri aspetti e coinvolge soprattutto l’attacco cagliaritano. A Donadoni non è piaciuto come si è mosso. «Alla fine un po’ di rabbia resta, ce l’abbiamo messa tutta per non perdere. Peccato perchè nel primo tempo siamo stati eccessivamente timorosi, potevamo sfruttare meglio il possesso palla, organizzare qualcosa in più. Per continuare a crescere, dobbiamo partire dal secondo tempo di San Siro» . Spiega: «Quando si ha di fronte giocatori di questo livello, qualche difficoltà affiora. Non siamo fatti di cemento armato, ma di carne ed ossa. Dico però che dovevamo essere più riflessivi, cercare di più il fraseggio; invece quando dovevamo ripartire eravamo un po’ troppo precipitosi e gli attaccanti non sono stati così bravi come in altre occasioni a tenere palla e a far salire la squadra». Il resto è Celi, Pugiotto e un gol che, a rivederlo 100 volte, si capisce sempre meno come sia stato possibile convalidare.