MILAN-TOTTENHAM JACOBELLI GATTUSO – Rino Gattuso ha sbagliato e pagherà, checchè ne dica Adriano Galliani, la cui inopinata arringa in difesa di Ringhio è stata un autogol della peggior specie. Tutto il mondo ha visto ciò che è successo a San Siro fra il rossonero e Jordan e le arrampicate sugli specchi del vice di Berlusconi (“Non bisogna criminalizzare Rino, in 104 gare europee è stato espulso una volta sola”), confermano che il giorno in cui il calcio italiano imparerà a rispettare le regole, sarà sempre un bel giorno.
Ciò detto, gli ultimi che hanno il diritto di dare lezioni di comportamento a Gattuso sono proprio i fenomeni d’Oltremanica. Fra giocatori ubriaconi, picchiatori spezzagambe, recidivi molestatori di fidanzate, tifose e/o sfortunatamente amiche, il campionario della Premier League è degno dell’almanacco di Scotland Yard. Un tabloid londinese, ottimo per avvolgere il pesce, ha titolato testualmente: “How the mafiosi of Milan have made Spurs fans of us all”, cioè “Come i mafiosi del Milan ci hanno fatto diventare tutti tifosi del Tottenham”.
Il Milan è lo stesso club nel quale ha militato David Beckham, icona del calcio inglese che, quand’era rossonero, ai giornali compatrioti una volta disse: “Se tutte le nostre società fossero organizzate come quella rossonera, forse riusciremmo finalmente a rivincere il mondiale”. Nessun tabloid ha mai definito Beckham “un mafioso del Milan”.
Se fossimo Galliani, avremmo già querelato la testata-spazzatura che ha oltraggiato Via Turati, anche perchè la legge inglese non scherza con i diffamatori: lo testimonia la vittoria di Materazzi su un altro giornale-immondizia stampato a Londra, che dovette chiedergli scusa e pagargli fior di danni per avere scritto un mucchio di scemenze sul caso Zidane. E che dire di Graeme Souness, il gentleman lesto a definire Gattuso un cane, autorizzandoci a pensare fosse profeticamente dedicata proprio allo scozzese, la condivisibile massima di G.B. Shaw (“Più conosco gli uomini e più apprezzo gli animali?”).
Souness è lo stesso che spaccò la faccia a Movila, durante una partita Liverpool-Steaua o era il fratello? Sorvoliamo sulle prodezze di Paul Gascoigne anche perchè, considerato come si è ridotto, vorrebbe dire sparare sulla Croce Rossa, ma come non ricordare che Andy Carroll, 21 anni, neoacquisto del Liverpool (toh, lo stesso club già di Souness) è accusato di avere riempito di botte la fidanzata, ora comprensibilmente recalcitrante a definirsi ancora tale? Poi c’è Jack Wilshere, 19 anni, talento dell’Arsenal, arrestato due volte perchè accusato di aggressione, una delle quali ai danni di un tassista sessantenne.
La verità è che in Premier League gioca una massa di ignoranti. Nel senso che ignora il Vangelo e il passo in cui Gesù ammonisce: nessuno può scagliare la prima pietra. Su Gattuso grandinano parole pesanti come pietre e non si può accettare il linciaggio mediatico di un giocatore che, quando militava in Scozia, nei Rangers, era diventato un idolo.
Craig Bellamy, 31 anni, è un attaccante che, quand’era al City, ha rischiato di far venire l’esaurimento nervoso a Roberto Mancini. Una volta, in Portogallo, il futuro romanista Riise si rifiutò di fare il karaoke con Bellamy. Il quale tentò di aggredirlo brandendo una mazza da golf.
Andiamo avanti: do You remember Vinnie Jones, classe 1965? Al povero Gascoigne che non riesce a marcare, strizza i santissimi durante una focosa esibizione, colleziona il record di espulsioni (12) e i detrattori osservano che, quando si tratta di scegliere fra palla o gamba di un avversario, Vinnie non punta mai alla prima. Forse, anche nel calcio, vale sempre la massima di un fine uomo politico londinese: “Dio salvi la Regina. Il problema è che nessuno ci salva dai suoi sudditi”.
Fonte: Quotidiano.net
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