CALCIOPOLI MOGGI CARESSA JUVENTUS – Champions con sorprese. Se non ne desta la Roma, lo fa invece il Milan, infilzato dal Tottenham a San Siro, così come la sconfitta del Barça in casa dell’Arsenal. Ma mentre la squadra di Guardiola ha comunque ampia possibilità di rifarsi, le nostre dubito che ci riescano, perché il ritorno è fuori casa e perché il trend è quello che è, il nostro calcio soffre l’Europa. Siamo vecchi e fuori tempo; se, poi, con l’affaire Gattuso offriamo ai tabloid inglesi l’occasione di lanciarci addosso tutto il corollario di insulti, è quasi un suicidio. Comprendo ogni possibile provocazione, mai giocatori di esperienza debbono essere preparati anche a questo, compreso saper perdere. Il Milan non sempre c’è riuscito, è capitato anche a Galliani, a Marsiglia, ma l’immagine di Ringhio mi è parsa la più brutta.Non siamo amati a livello Uefa, d’ora in poi lo saremo anche meno. Ho letto dei soliti riferimenti di un Ibra non efficace in coppa. Ma non si può lasciarlo sempre solo in avanti. E sul piano tattico Allegri ha le sue colpe. La Roma è caduta sulle furbizie di Lucescu, uno che ci conosce bene. I fischi alla squadra nel momentoin cui si è passati dall’1-0 all’1-2 hanno fatto il resto. Borriello e Ranieri non se le sono mandatea dire, Trigoria è pocomenodi una polveriera. Il 2-3 finale significa che la Roma dovrebbe vincere in Ucraina con due gol di scarto, lo stesso il Milan a Londra. Non impossibile in termini calcistici, più di un’impresa sul piano pratico. Gli incroci del campionato creano oltretutto altre preoccupazioni al diavolo. L’Inter si è portata a -5. Poco (forse) rispetto al -2 che Leo programmava, abbastanza per un campionato ancora lungo. Ma anche i nerazzurri, forse l’avversario più temibile, non sono più quelli “a siluro lanciato” di Mou, talvolta assomigliano più a quella di Benitez, spesso una via di mezzo. E attenzione al Napoli, freschezza atletica, voglia di fare, Cavani immenso. Mancherà molto Lavezzi, fermato dalla prova tv (non credo all’accoglimento del reclamo): quando si dice che un fatto arriva proprio nel momento più giusto, dal punto di vista favorevole naturalmente a Milan e Inter.
Nell’invito a guardare oltre Calciopoli, è entrato anche il telecronista di Sky, Caressa, non nuovo ad infelici esternazioni sui fatti di 5 anni fa. Al conduttore non sarebbe piaciuto il modo di presentarsi del presidente Agnelli, perché non dovrebbe parlare sempre di Calciopoli. Da tempo, e da più parti, è in atto, soprattutto da quelli che in passato suggerivano le forche, un tentativo di metterea tacere tutto ciò che di nuovo e sconvolgente è venuto fuori dalle intercettazioni ritrovate e a suo tempo non considerate. Se lo fossero state, sarebbe cambiata la storia di Calciopoli. Ora la situazione deve essere chiara a tutti, anche a Caressa. Gli juventini saranno pronti a guardare avanti, ma solo dopo che sarà fatta giustizia, anche sugli scudetti revocati che non dovevano esserlo. I giudici sportivi, per affermazione di uno di loro, il dott. Serio, ammisero di aver deciso sulla base del “sentimento popolare”, come ai tempi della caccia alle streghe. La Juve era la strega da mettere al rogo, insieme a tanti incolpevoli. Debbo ringraziare Nedved per le belle parole che ha avuto nei miei riguardi. Fa piacere che un grande campione apprezzi ancora oggi il mio lavoro e abbia anche sottolineato il rapporto eccellente che il sottoscritto aveva con i giocatori. Proprio su questo rapporto la Juve costruì i trionfi dell’epoca. Quella squadra fortissima messa in ginocchio da un’infernale macchinazione.
Fonte: Libero
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