JUVENTUS-INTER CALCIOPOLI 2006 – Gigi Buffon sospira: « Basta parlare di Calciopoli » . Apprezzabile, tuttavia impossibile: polemiche e sospetti si trascinano nel tempo, trasformano Juventus- Inter in un impasto di ruggini e d’orgoglio. «Una partita importante per la classifica e per i tifosi » sintetizza Giorgio Chiellini.
OMBRA – C’è un’ombra, in particolare, che s’allunga su una rivalità senza confini e soluzioni: l’ombra dello scudetto 2006, sfilato ai bianconeri e assegnato ai nerazzurri, oggetto di un esposto juventino in Figc tra levate di scudi interisti. « Scudetto degli onesti » lo chiamano a Milano, «Scudetto di cartone» lo bollano a Torino: e già le definizioni rivelano prospettive opposte e posizioni inconciliabili. Sennonché, il dibattito mai appassito nei bar è oggi un incartamento sulla scrivania di Stefano Palazzi: la Juventus, attraverso l’ad Jean-Claude Blanc e l’avvocato Michele Briamonte, ha inoltrato infatti richiesta di revoca al presidente del Coni, al presidente della Figc, alla Procura Federale e al Procuratore capo.
MOTIVI – La società di corso Galileo Ferraris fa notare come dal materiale probatorio prodotto nel procedimento penale presso il tribunale di Napoli rilevi «una fitta rete di contatti» tra esponenti della società beneficiata dell’assegnazione a tavolino del titolo e tesserati del settore arbitrale: rapporti che minano, a giudizio della Juve, i presupposti dell’assegnazione dello scudetto da parte della giustizia sportiva, mortificando il principio cristallizzato nella premessa del documento, per cui il movimento sportivo si fonda sulla «lealtà tra e nei confronti degli affiliati, nonché sulla equità e parità di trattamento» .
INCONTRO – Anticipato da John Elkann il 29 aprile scorso, l’esposto alle istituzioni sportive viene ratificato dal Consiglio di amministrazione del 10 maggio e inviato nella stessa data. Quattro mesi dopo, Andrea Agnelli e Beppe Marotta, intanto entrati in società, affrontano l’argomento con Giancarlo Abete e Antonello Valentini, presidente e direttore generale della Figc, in un incontro che precede una riunione in via Allegri tra rappresentanti di Lega e Assocalciatori. « Una visita di cortesia in cui abbiamo trattato vari temi: ho fiducia che le cose si muoveranno » se la cava il numero uno juventino all’uscita, però non convince Moratti che reagisce con ironia: « Li ho visti tutti contenti dopo l’incontro, avranno una strategia comune… » . Prima ancora di Agnelli, controreplica seccamente Abete: «Il fatto che Agnelli sia venuto da me un’ora prima della riunione è prova provata della logica di trasparenza assoluta di un colloquio a carattere istituzionale. E non capisco come si possa dire che sono uscito ridendo, nessuno mi ha visto e in Federazione non ci sono webcam » . Ancora l’Inter, durissima, attraverso l’ad Ernesto Paolillo: « La Juve chiede la revoca? Io posso dire che i fatti sono altri e che semmai il club bianconero dovrebbe restituire altri scudetti» .
POLEMICA – La polemica divampa, tocca altri punti. Perché alla revoca, richiesta ufficialmente, Andrea Agnelli sovrappone la teorica domanda di riassegnazione dei titoli («Naturalmente se dal processo di Napoli emergerà l’estraneità del club » arringa il 27 ottobre all’assemblea degli azionisti) e anche stavolta il presidente nerazzurro ribatte stizzito: «Chiederemo anche noi i due scudetti che ci mancano » , alludendo al ‘ 98 ( quello del famoso fallo in area di Iuliano su Ronaldo) e al 2002, con riferimento alle partite disputate prima del fatidico 5 maggio, sulle quali insisterà anche Marco Materazzi, risucchiato nel più recente tourbillon d’accuse. A innescarlo è Moratti che rivanga Calciopoli intervenendo al seminario “ Il calcio e chi lo racconta” organizzato da Figc e Ussi a Coverciano: «Il fatto che l’Inter abbia vinto dopo, dimostra quanto questa sia stata una vera truffa per il calcio italiano, una prova in più di quanto stava accadendo » . Si ribella Pavel Nedved, consigliere d’amministrazione bianconero e punto di forza della Juve 2006: « Quella squadra poteva battere chiunque, anche i campioni del mondo » , mentre Agnelli sbotta: « Su questo tema Moratti mi annoia » . E il presidente dell’Inter, pronto e piccato: « Mi spiace annoiare il giovin signore…» . Schermaglie infinite, pesanti, a volte velenose. « Ma con Andrea non cambia nulla – ha detto una volta Moratti -. Succede che uno è comunista e uno fascista, ma si può essere amici» .
Fonte: Corriere dello Sport