MILAN 5 PROBLEMI ALLEGRI – Altri punti lasciati e prontamente azzannati dalla concorrenza. Altro fiato sul collo, sempre più pressante, degli avversari. Anzi, di un avversario su tutti: la temutissima Inter del traditore Leonardo. Difficile potesse capitare di peggio, anche se l’altra parte del bicchiere, quello mezzo pieno, segnala che comunque il Milan è in testa alla classifica, che comunque chi rincorre prima o poi dovrebbe avere il fiatone e che ci sono una serie di elementi per poter ipotizzare che il rallentamento sia solo momentaneo.
LE CAUSE Se però l’Inter è passata da meno 13 a meno 5, con possibilità di arrivare a meno 2 ( certo, disputando anche due gare in più, quelle che non aveva disputato a dicembre, ma pur sempre sono questi i numeri) un motivo ci sarà. Anzi, i motivi sono almeno cinque. Nessuno patologico, nessuno irrisolvibile. Ma intanto ognuno ha contribuito, mattoncino dopo mattoncino, a ridurre questo divario. Che invece, con la campagna acquisti di gennaio, doveva restare invariato o quasi. Ma proprio quello che sembrava essere il colpo dei colpi, ovvero Cassano, è già tra i primi indiziati, almeno di correità, per lo scatto che non è stato fatto. Perché Fantantonio avrà anche avuto un avvio incoraggiante, con tre assist in due partite, le prime due, ma dopo ha cominciato la sua inesorabile involuzione. Certificata domenica pomeriggio anche da Allegri.«E’ in crisi di rigetto » , il commento alla prova dell’ex doriano. Cassano, poi, è indirettamente responsabile di altri due problemi: la crisi di Pato e gli errori di Allegri.
CONTROCAMPO Il giovanissimo attaccante, che per la sua media presenze- gol non potrebbe mai e poi mai essere messo in discussione ( 52 reti in 111 gare col Milan), in realtà segna male ( in 12 presenze su 19 è rimasto a secco) e gioca ancor peggio. A volte, riesce a non essere utile nemmeno quando va in gol, come accaduto a Genova. E questo è un problema che Allegri deve risolvere in fretta. anche perché, e così si torna a Cassano, il fatto di avere il roboante ex doriano in panchina, e non più l’ammosciante Ronaldinho, fa sì che il tecnico non sempre azzecchi i cambi. Ancora a Genova, ad esempio, togliere Robinho per Cassano ha snaturato la squadra, tolto un uomo di fantasia e obbligato ad un gioco monotono, con lancio lungo e basta. D’altronde, Allegri è in un periodo poco fortunato: da quando ha detto che al Milan bastavano undici vittorie per lo scudetto, il suo Milan ha sempre pareggiato. Per non parlare della incredibile serie di infortuni che lo ha privato, per una sola gara, anche di 12 giocatori contemporaneamente. Qualcuno ( Flamini, Gattuso, Pato) è già rientrato, qualcun altro ( Pirlo, Seedorf, un po’ più in là Nesta) si appresta a farlo. Vedremo se sarà sufficiente.
SENZA PAURA In attesa di provare a ripartire contro il Parma, sabato pomeriggio, Allegri cerca di tenere a freno un ambiente che rischia di andare in fibrillazione negativa: « È vero che l’Inter sta recuperando terreno e tutti i suoi giocatori, ma noi siamo ancora in testa, e quindi per la corsa allo scudetto restiamo per adesso favoriti » . Così come resta, per adesso, una stagione da promuovere a pieni voti: « Capita talvolta di avere una flessione. Ma attualmente il Milan è anche semifinalista di Coppa Italia e agli ottavi di Champions. mi pare che l’annata ad ora sia più che positiva » .
Fonte: Tuttosport
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