Palermo-Juventus, Marotta fa eco a Delneri: “Spero di non incontrare più Morganti!”

PALERMO-JUVENTUS MAROTTA MORGANTI – Del Neri si sente defraudato e sfoga la sua rabbia a fine gara: interpreta il sentimento dei suoi ragazzi, chiusi invece in un silenzio polemico. Un silenzio che però… fa rumore, una protesta clamorosa, una scel­ta spontanea dello spogliatoio e non solo una strategia societaria, una decisione condivisa da squadra e club che vuole diventare una denuncia.

RABBIA –La Juve non ci sta. Malsopporta scel­te arbitrali che ritiene le abbiano impedito di completare la rimonta, ma, al di là di questa sfida, si sente stanca di subire torti. Non è la prima volta che si ritiene penalizzata: aleg­giano, nello stanzone del Barbera, il gol-fan­tasma di Quagliarella a Catania, quello an­nullato a Toni a Napoli, il rigore negato a Del Piero contro il Palermo all’andata, quello fi­schiato a Pepe contro la Roma, la costante tolleranza verso i marcatori di Krasic che è giudicata un riflesso della simulazione di Bo­logna. «Ha già pagato e non è un cascatore» ha tuonato l’ad Beppe Marotta in settimana.

DECISIONE –Un rosario di errori presunti e di dubbi pesanti: la sensazione bianconera è che a mortificare la Juve sia l’onda lunga di Calciopoli,«come se non avessimo pagato abbastanza»sussurrano nello spogliatoio. Lamentarsi? Inutile farlo in coro. Parla il tec­nico. E riparla Marotta:«Riconosco meriti al vincitore e demeriti al perdente, ma esprimo un sentimento di critica molto decisa: non vorrei che le valutazioni di Calciopoli influi­scano, non vorrei che la sudditanza verso le grandi si sia trasformata in arroganza. E’ co­me se gli arbitri si fossero fatti un passaparo­la dopo la vicenda Krasic. E’ la terza volta che Morganti ci dirige e due volte è stato sfor­tunato. Speriamo di non incrociarlo più». Marotta intende scuotere la classe arbitrale attraverso i media («E’ l’unico metodo che abbiamo per non violare le norme») e tutela­re i propri calciatori che sfilano in silenzio verso il pullman. Rabbia, amarezza, ma an­che energia: voglia di reagire, di arrampicar­si nonostante la zavorra di decisioni che pe­rò, e questo è un segno di maturità, non di­ventano alibi di comodo. La Juve, almeno qui a Palermo, sa anche riconoscere i suoi errori.

Fonte: Corriere dello Sport

Fabio Longoni – www.calciomercatonews.com




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