CALCIOMERCATO JUVENTUS SPALLETTI – Altro che minchiata: sarebbe il caso che questa Juve, di cui abbiamo seguito la rinascita con grande attenzione e come detto con grande simpatia, cominciasse non solo ad accarezzare sempre di più l’ipotesi Spalletti ma anzi si preoccupasse di bruciare la concorrenza, anticipando velocemente questo progetto. Per l’immediato non si può? Allora per giugno, perché adesso si fanno le squadre e si progettano gli acquisti. In base alle esigenze tecniche. Sì, perché, parliamoci chiaro, la Juve ha speso molto nell’estate scorsa e non è questo il problema. Il problema non è chiedere alla società, come si dice in gergo, di «cacciare i soldi», di fare un braccio di ferro e prendere in extremis Matri. La Juve ha speso oltre una trentina di milioni – 30 milioni! – per Martinez, Pepe e Motta, oltre che altri trenta per Krasic e Bonucci, oltre che altri trenta se vorrà riscattare Aquilani e Quagliarella, oltre gli spiccioli (si fa per dire) già volati via per altri giocatori che non hanno lasciato il segno. Il problema, insomma, non sono o non sono stati i soldi. Ma come sono stati spesi, per assecondare la scelta originale. Quella di un allenatore, Del Neri, che è un buon allenatore, oltre che un’ottima persona, però con un profilo un po’ distante dalla Juve. Uno che vuole a tutti i costi gli esterni – e da qui le follie per Martinez o Pepe – e non si è mai neppure posto il dubbio che questi fossero comprimari. E di contro non si è posto il dubbio se si potesse tentare di recuperare Diego, comunque un calciatore di livello. Il problema non è dunque capire se la Juve debba spendere, perché ha già speso molto ( verrebbe da dire troppo). E né capire se Del Neri sia un buon allenatore. Perché la domanda è semplicemente un’altra: Del Neri è l’allenatore giusto per le aspirazioni immediate di una società titolata, blasonata, storica come la Juve? E’ da Juve, da profilo Juve, il settimo posto in campionato dopo essere stata la società che ha speso di più in estate? E’ da profilo Juve uscire dall’Europa-League senza vincere una partita o è da Juve finire fuori dalla Coppa Italia dopo una pesante sconfitta interna con la Roma? Ci rifletta Agnelli e capirà che questi sono semplicemente dati oggettivi e se davvero non si è ancora posto il problema del futuro ( ma non può essere così) è semplicemente arrivato il momento di farlo. Perché lo merita lui, come lo meritano tutti i tifosi che rappresenta.
Fonte: Corriere dello Sport
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