CALCIOPOLI JUVENTUS INTER NEDVED – «In tanti parlano di calciopoli perciò io preferisco non parlarne. Ma vorrei dare un consiglio: rileggetevi la formazione di quella Juve in cui c’ero anch’io. Metteva sotto tante squadre, anche quella attualmente campione del mondo». E’ in forma, Pavel Nedved, tirato a lucido, come quando giocava: «Lavoro di meno, mangio di più ma fino a quando il fisico regge». Nella sala del circolo della Rai i tifosi bianconeri se lo mangiano con gli occhi. Con la sua lunga chioma bionda ricorda tempi felici, tempi vincenti. Ci sono volti noti della televisione italiana, da Giovanni Minoli a Gianfranco De Laurentiis. Tutti uniti da una «fede » . E da un avversario: Massimo Moratti. Firma autografi, verga dediche sul suo libro ( «Una vita normale » ), si fa fotografare con i ragazzini di una scuola calcio affiliata alla Juve. E su uno schermo scorrono le immagini dei suoi gol. Le immagini di quella Juve che « metteva sotto tante squadre».
RIMPIANTO -Ora è un dirigente, un membro del Consiglio di Amministrazione. Ha imparato le arti del dribbling dialettico dopo aver riposto in un armadio quelle dei dribbling calcistici. Tra passato, presente e futuro. Spunta il ricordo di quelle lacrime al termine di una semifinale di Champions che aprì le porte di una finale, una finale che non giocò per motivi disciplinari.«Soffro ancora tanto perché avrei voluto vincere quella Coppa. Ora spero di conquistarla da dirigente » .Ma per arrivare a quel risultato c’è bisogno di tempo:«Lasciamo lavorare tranquillamente la società sui progetti che ha messo a punto».Invita a credere nel presidente, Andrea Agnelli:«E’ il primo tifoso della Juventus. Me lo ricordo quando con il padre veniva agli allenamenti » .Nostalgie e speranze. Anche qualche paura: per il tempo che passa, per la marcia di avvicinamento al vertice che appare più lunga e difficoltosa del previsto:« Scudetto? Io dico che ci sono cinque, sei squadre che facendo una serie di risultati utili possono rimontare » .Nel gruppo anche la Juve:«Voi parlate troppo dello scudetto. Io, invece, dico che noi dobbiamo soltanto raccogliere punti, ce ne sono ancora tanti a disposizione. I bilanci si fanno alla fine e, comunque, il nostro obiettivo primario è la Champions».
SOGNI E REALTA’ -Pavel sfuggiva in campo ai tackle: l’esercizio gli riesce perfettamente anche davanti ai taccuini e alle telecamere. Perché il popolo juventino si attende qualcosa, anzi qualcuno. Perché tra infortuni e rendimenti altalenanti, il mercato estivo non è riuscito a soddisfare tutte le attese, troppe potezialità sono rimaste inespresse. O parzialmente espresse. Krasic, ad esempio, il fiore all’occhiello:« E’ un grande giocatore, molto importante. Non credo che mi assomigli. Io partivo da sinistra ma poi giocavo su tutto il fronte di attacco e così scombussolavo i piani avversari perché nel calcio non si può essere sempre lineari, bisogna essere anche imprevedibili. Tra noi due chi è più forte? Non saprei. So solo che Krasic mi piace e sono felice che stia con noi».Dribbla il mercato con una battuta:«Sarei felice se arrivassero Messi e Cristiano Ronaldo » .E ancora:« L’attaccante che vorrei? Quello che la butta dentro. Marotta sa bene quello che deve fare e se sarà necessario interverrà».Dietro l’angolo la Roma in Coppa: « Per gli juventini questa è sempre una partita particolare. Dobbiamo vincere ma non sarà facile perché Ranieri ci conosce bene».Indica il suo idolo juventino: «Michel Platini: uno che ha vinto tre Palloni d’Oro e tre volte la classifica dei cannonieri non può che esserestatofortissimo».
Fonte: Tuttosport