CALCIOMERCATO INTER JACOBELLI VECCHIA GIOVANI – Secondo il Professional Football Player’s Observatory (Pfpo), che ha analizzato i dati di 13.108 calciatori tesserati di 534 squadre in 36 campionati Uefa, l’Inter è la formazione con la media più alta: 29,6 anni. Si capisce perché, costretta a giocare 6 partite nell’arco di 17 giorni, la squadra campione del mondo sia franata a Udine, contro una delle rivali più in forma del momento (11 gol segnati nelle ultime 3 gare di campionato, 8 dei quali in trasferta). Dopo i cinque successi consecutivi (quattro in campionato e 1 in coppa Italia), la prima caduta di Leonardo è stata fragorosa. Per certi versi, era nell’aria. Il gioco veloce di Guidolin, lo stato di grazia di Antonio Di Natale, l’effervescenza di Sanchez, la solidità di un centrocampo che, a tratti, ha sovrastato in dinamismo quello nerazzurro, la brillantezza di Handanovic: ce n’era abbastanza per stare in campana.
L’Inter ha pagato lo sforzo atletico e psicologico sostenuto dall’inizio dell’anno per rientrare in corsa: il ko di Udine potrà rivelarsi utile se la società capirà che Benitez non era uno sprovveduto quando chiedeva rinforzi e nessuno glieli dava. I nerazzurri sono in corsa su tre fronti e mercoledì si misureranno con il Napoli al San Paolo, nei quarti di Coppa Italia: hanno bisogno di nuove energie e Branca si deve dare una mossa perché la sessione invernale chiude il 31 gennaio. Già il fatto che il direttore dell’area tecnica interista abbia riconosciuto l’esigenza di ingaggiare un vice Milito è incoraggiante.
La sfida con i partenopei capita a proposito: dopo il colpo di Bari, il Napoli crede sempre più nello scudetto e fa bene. La formazione di Mazzarri è in lizza per il titolo, è nei sedicesimi di Europa League e nei quarti di Coppa Italia. Allinea il Trio Meraviglia (Cavani 14 gol, Hamsik 7 gol, Lavezzi 5 gol) e, in Puglia, ha mostrato come lo stesso Lavezzi sia capace di segnare e dettare assist con disarmante disinvoltura. Il Napoli secondo in classifica non è né il frutto di una congiuntura astrale positiva nè di un prodigio divino: è il risultato di un lavoro serio, di investimenti progettati con lungimiranza, di una società che funziona, di un’unione fra allenatore, squadra e tifosi che diventa sempre più forte (e chi, come Gargano, protesta quando viene sostituito, viene sgridato senza esitazione). In un torneo tanto equilibrato come questo, il Napoli, questo Napoli, ha il diritto di sognare e il dovere di crederci.
Fonte: Xavier Jacobelli, direttore de il Quotidiano.net
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