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INTER PROBLEMA DIFESA GROVIERIA – Il torello bianconero nel finale è la crudele cartolina dal Friuli. Quell’entrata a metà campo del diffidato Stankovic su Denis in pieno recupero conficca l’ultima banderilla nel fianco molle di un’Inter che anche con l’amuleto Leo si scopre stanca e fragile. Fondamenta traballanti Soprattutto nelle fondamenta, perché è da quasi 3 mesi che in campionato la porta nerazzurra non resta blindata. Da quel Genoa-Inter 0-1 del 29 ottobre — ultima presenza italiana di Julio Cesar — si contano 18 gol subiti. Più di uno e mezzo a gara. Vincere lo scudetto a queste medie è impossibile. Quella di ieri è stata la 5a partita stagionale con 3 reti al passivo (le 2 col Tottenham, poi Lazio e Werder), per una squadra che non perdeva da Brema (7 dicembre) e che dopo s’era regalata un settebello di vittorie. Stankovic Ieri il crollo. Con tanti meriti all’Udinese del gioiellino Sanchez («Quanto è cresciuto— fa Stankovic—. Prima giocava per divertirsi, ora è concreto e gioca per la squadra» ), ma pure la giusta autocritica. «Dobbiamo lavorare di più sui calci piazzati — ammette Stankovic—. Quella maledetta seconda palla ci frega sempre. Però sul primo gol loro c’era un intervento dubbio su Pandev e sul secondo ho fatto fallo su Inler, l’arbitro ha lasciato proseguire e premiato il tuffo dello svizzero. O fischi subito o non fischi più» . Deki non si nasconde. Anche a proposito dell’ammonizione che gli farà saltare il Palermo. «Evitarla? Ero in diffida da 7/8 partite e doveva succedere. Dopo un bel ciclo di trionfi, una sconfitta ci sta. Soprattutto contro la squadra più in forma del campionato» . Peccato che la più in forma sembrava fosse l’Inter. «Invece giocando ogni 3 giorni la stanchezza si fa sentire. Ora abbiamo un’altra serie di gare durissime. Ma è bello così e il libro scudetto non va chiuso per un capitolo storto. I paragoni tra Benitez e Leo non mi piacciono. Ogni volta che arriva un nuovo allenatore c’è una reazione. La nostra è stata positiva ed è tornata l’allegria» . Cambiasso e Motta L’allenatore in campo Esteban Cambiasso si sofferma invece sull’inerzia della sfida. «Dietro ogni gol preso c’è un errore. Il nostro vantaggio è durato troppo poco per gestire la gara come volevamo, impedendo loro di partire in contropiede. Se tenevamo anche solo l’ 1-1 per altri 10’ la partita sarebbe stata diversa. Sul 2-1 poi c’era un rigore netto su di me. Dobbiamo accettare la decisione dell’arbitro ed essere più forti degli episodi negativi. A Catania ci siamo riusciti, qui no» . L’argentino dribbla l’argomento Sanchez: «Non parlo dei singoli. Se sei una grande squadra come l’Udinese, hai grandi giocatori» . Thiago Motta è essenziale come in campo. «Ha vinto il ritmo dell’Udinese, da centrocampo in su hanno qualità e corsa. Vittoria meritata, ma alla fine manca tanto e io spero di potermi allenare con continuità e non saltare altre partite. Sto facendo potenziamento in palestra per eliminare i dolori al ginocchio. Mi sento meglio e mercoledì a Napoli.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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