MILAN INTER ETO’O IBRAHIMOVIC – Vince Eto’o. Una giuria composta da ex- giocatori, tecnici e procuratori ha preferito il camerunese a Ibrahimovic. Il sondaggio si è concluso con una maggioranza, il 60%, netta, ma non nettissima, comunque significativa su quello che il pensiero degli addetti ai lavori. Come era lecito aspettarsi, i personaggi in orbita interista si sono schierati ( 24 su 40) per il bomber africano, nonostante per qualche anno abbiano gioito anche per le magie dello svedese. Non è accaduto altrettanto, invece, con i milanisti. Gambaro e Giovanni Galli, ad esempio, che non hanno avuto nulla a che fare con i colori nerazzurri, hanno preferito Eto’o. Ma perché ha vinto l’interista? Forse perché, rispetto all’uomo di Malmö, possiede la capacità e le caratteristiche per essere maggiormente utile alla squadra. O, per lo meno, è questo il messaggio che trapela dalle varie opinioni. Il gol, insomma, anche per un bomber di razza, non significa necessariamente tutto, quando c’è la disponibilità al sacrificio per il fine comune dell’intero gruppo.
PENSIERI SPARSI -«Eto’o sa essere più funzionale alle esigenze dell’allenatore », spiega Collovati. «Punto sull’attaccante africano perché sa giocare anche con gli altri, mentre Ibra gioca da solo», è la considerazione perfino assolutista di Mazzola. Dalle parole di Beccalossi trapela il suo cuore nerazzurro:« Contano i fatti e io mi attengo alla decisione che ha preso l’Inter, che è stata quella più giusta».Pecci, invece, illustra così la sua preferenza:«Per fare la storia scelgo Eto’o, per vincere in Italia punto su Ibrahimovic » .Insomma, non può essere trascurato il fattoche la punta africana abbia firmato con i suoi gol due finali di Champions ( con il Barcellona), sia stato grande protagonista di un’altra ( con l’Inter) e comparsa in una quarta (con il Real). Lo svedese, invece, è l’arma totale per trionfare in campionato: l’ha fatto in Olanda, in Italia e in Spagna. Il Milan voleva andare sul sicuro e ha puntato forte su di lui.« Nella mia squadra vorrei sempre Ibrahimovic -dice Rivera -.Nei momentidi difficoltà o addirittura di disperazione è quello a cui lanciare il pallone, nella speranza che poi ci pensi lui».Per la verità c’è chi non è stato capace di scegliere, come Bagni e Ferri. Il primo non ha voluto sbilanciarsi, il secondo, invece, se l’è cavata così:« Se ci fosse davvero la possibilità di scegliere, lascerei la responsabilità alla società. Sono talmente forti che, con l’uno o l’altro, cadrei comunque bene».
Fonte: Il Corriere dello Sport