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Calciomercato Juventus, Ziliani: “Con i 25 milioni di Marotta il Milan ha preso Ibra…”

CALCIOMERCATO JUVENTUS MILAN ZILIANI MAROTTA – Detto che i 4 anni di gestione-Juve griffati John Elkann-Blanc sono stati una tragedia, col pranzo della focaccia Blanc-Lippi autentico momento cult, vale la pena analizzare nel dettaglio le mosse compiute, in piena e totale responsabilità, dalla gestione Andrea Agnelli-Marotta da maggio 2010 ad oggi. Perché se è vero che il nuovo management non può essere chiamato a rispondere per gli acquisti a capocchia di Tiago, Grygera, Knezevic e Poulsen, molto ha da spiegare a proposito degli arrivi di Toni, Aquilani, Motta, Pepe e via discorrendo. In rigoroso ordine alfabetico, ecco – acquisto per acquisto – le domande cui Marotta e Andrea Agnelli dovrebbero dare una risposta.

AQUILANI. È arrivato in prestito dal Liverpool e per il suo riscatto, a fine stagione, ci vorranno 15 milioni. Premesso che finora l’ex romanista se l’è cavata, va chiarito che non può essere lui il regista che la Juve cerca (e che da anni buca passando da Tiago a Poulsen a Melo). Regista è Pirlo, regista è Pizarro – che non per niente giocava nella Roma anche ai tempi di Aquilani -, regista era Corini nel Chievo di Del Neri. Aquilani ha corsa e tiro, ma se è vero che alla Juve serve un regista come il pane, prima di spendere 15 milioni per Aquilani ci penseremmo. O no?

BONUCCI. È stato acquistato a titolo definitivo per 13 milioni: una follia. Come giustamente ha detto Moggi, dei due centrali-rivelazione del Bari di Ventura quello buono era Ranocchia. Bonucci ha una sola, indiscutibile dote: è pericoloso di testa, e sulle palle ferme assicura 3-4 gol a campionato. Né più né meno di Legrottaglie, che però difensivamente parlando si fa preferire, essendo più esperto e meno irruento. Con Chiellini, Bonucci forma una coppia male assortita: nessuno sa guidare la difesa (alla Baresi), nessuno sa dettare tempi e movimenti. Ma se Chiellini è e resta un fenomeno, Bonucci è e resta Bonucci: cioè, un Legrottaglie più scarso. O no?

KRASIC. Di gran lunga il miglior acquisto di Marotta, è l’unico volto nuovo che assomigli a un campione, cioè a un giocatore da Juve. Irresistibile quando è di luna buona, arruffone quando è di luna storta, Krasic dovrebbe essere la pedina genio e sregolatezza in una scacchiera di campioni come Dio comanda: Mascherano o Xabi Alonso, Tevez o Forlan, Schweinsteiger o Fabregas. L’uomo in grado di darti il tocco in più di follia e improvvisazione. Invece in questa Juve di mezze figure, Krasic è (drammaticamente) tutto. O no?

MARTINEZ. Anche lui, come Bonucci, acquistato a titolo definitivo per 12 milioni: una pazzia. Con i 13 milioni di Bonucci (che, lo ripetiamo, non vale Legrottaglie) e i 12 di Martinez, metti assieme i 25 milioni con cui il Milan si è portato a casa Ibrahimovic e il City Balotelli. Discreto giocatore, ma uno dei tanti esterni (Motta, Pepe, Traorè) imbarcati in estate essenzialmente per fare numero. Oggi giocano Krasic a destra e Marchisio (!) a sinistra, Soerensen a destra e Grygera (!) a sinistra. Gli altri? In panca, tribuna o infermeria. O no?

MOTTA. Arrivato in prestito, per riscattarlo occorrono 5 milioni. Del tutto inadeguato, mai convincente, al suo confronto Molinaro – sbolognato allo Stoccarda – era Breitner. Marotta sta già cercando di disfarsene. O no?

PEPE. Altro acquisto in prestito oneroso, per riscattarlo a giugno ci vorranno 12 milioni. Gregario per antonomasia, tutto cuore e polmoni, copre la fascia che fu di Causio e Camoranesi senza avere – dei due – un’unghia della stessa classe. In una squadra di 11 campioni, sarebbe ottimo luogotenente da panchina. Domanda: secondo voi la Juve pagherà all’Udinese 12 milioni per trattenerlo? Ci vengono i brividi solo a pensarlo. O no?

QUAGLIARELLA. Migliore acquisto dopo Krasic (13 milioni il suo prezzo), è stato messo fuori combattimento da un grave infortunio. Qui c’entra solo la sfortuna; anche se l’emergenza totale in cui è precipitata la squadra dopo il suo infortunio la dice lunga sulla complessiva inadeguatezza del reparto d’attacco juventino. O no?

RINAUDO. Giunto in prestito, non ha mai giocato perché “rotto”. Un altro mezzo milioncino buttato via. In confronto Stendardo, giunto a gennaio due stagioni fa, fu un portento. O no?

SOERENSEN. Qualcuno alla Juve lo considera un vero e proprio fiore all’occhiello: giovanissimo, preso in prestito per 150 mila euro, sarà riscattato per un tozzo di pane. Tutto vero. Ma forse sarebbe il caso di chiedersi se Soerensen è, e sarà mai, un giocatore da Juventus. Legnoso e con due ferri da stiro al posto dei piedi, a noi sembra un potenziale difensore da serie B. Tanto per capirci, il Santon che debuttò giovanissimo nell’Inter, due anni or sono, in confronto era Dialma Samtos. O no?

STORARI. Acquistato dalla Samp per 4 milioni, non ha deluso: anzi, è andato oltre le più rosee aspettative. Ma ora che è tornato Buffon, che con tutto il rispetto vale 3 Storari, ci si domanda se quei 4 milioni non potevano essere risparmiati, visto che Manninger tanto male non è. A meno che la decisione di disfarsi di Buffon, nella stanza dei bottoni, non sia già stata presa; in quel caso, con Storari successore di Buffon la Juventus diventerebbe a tutti gli effetti una via di mezzo tra Juventus e Chievo: la Chieventus. O no?

TONI. Acquistato a titolo gratuito dal Genoa, che ancora adesso brinda all’avvenuto accordo. In pratica: la Juve, che per disfarsi del pesantissimo ingaggio di Trezeguet lo ha spedito in Spagna (all’Alicante) pagandogli una ricca buonuscita, per sostituire Quagliarella – infortunato – arruola Toni, più vecchio di Trezeguet, più malandato di Trezeguet (si è fatto male dopo una partita e mezzo), più declinante di Trezeguet e si è impegnata a pagargli un ingaggio faraonico fino al 2013. Forse era meglio tenersi Trezeguet. Che i gol tra l’altro li fa ancora. O no?

TRAORÈ. Altro arrivo in prestito, costato un milioncino, nientemeno che dall’Arsenal. Per quello che si è visto finora, una calamità: roba da sognare di notte Caceres (stavamo per dire Athirson). O no?

FLORO FLORES. Sembra lui il prescelto per sostituire Toni, che doveva sostituire Quagliarella. Qualcuno, ingenerosamente, l’ha paragonato al Paolucci fatto rientrare in fretta e furia dal Siena l’inverno scorso e desaparecido dopo una partita. Non esageriamo. Floro Flores è un discreto attaccante che però, in 4 anni di Udinese, ha messo assieme 26 gol: il che significa 6-7 gol a stagione. Ricapitolando: la Juve dispone oggi di una batteria di attaccanti che comprende, in ordine di pesantezza di ingaggio, Del Piero, Toni, Amauri, Quagliarella, Iaquinta, Floro Flores. Un po’ troppi, e un po’ troppo costosi. E insomma, forse si poteva fare di meglio. O no?

Fonte: Paoloziliani.it

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