CALCIOPOLI JUVENTUS INTER PALAZZI SCUDETTO DI CARTONE – Da Calciopoli a Calciopoli: il girotondo del procuratore federale Stefano Palazzi, magistrato militare napoletano, sta per concludersi da dove era partito. La voce gira da tempo e qui l’abbiamo anticipata intercettando i rumors di Palazzo, su Palazzi: ma tutto è parso clamorosamente chiaro ai collaboratori, sostituti e vice che hanno partecipato alla riunione operativa tenutasi a fine novembre a Firenze (dopo quella di Milano) con gli 007 del centro Italia: Palazzi in quella circostanza ha di fatto salutato e ringraziato i collaboratori per questi intensi anni di lavoro. Un discorso-bilancio, di cui si parla molto in queste ore a via Po.
ULTIMO ATTO Calciopoli 2, con la questione delle revoca dello scudetto 2006 e la delicata interpretazione sulla prescrizione dei reati non perseguiti, rappresenterà per Palazzi l’atto finale dei quattro anni vissuti con la carica di superprocuratore, dopo quelli passati a fare il pm nei processi sportivi, dalle scommesse a Calciopoli. Una sorta di passaggio di consegne, cui manca il crisma dell’addio vero e proprio che dovrebbe e potrebbe essere sancito il prossimo 5 febbraio, quando la riunione plenaria della Procura federale (probabilmente alla presenza di Abete, che con Palazzi ha vissuto negli ultimi tempi momenti di grande tensione sulle vicende Calciopoli 2, Milito-Motta e Premiopoli) si terrà a Roma.
LACRIME AMARE In ogni caso non sono sfuggiti a Firenze, oltre alle parole del Procuratore, anche i suoi gesti e il momento di grande commozione che hanno concluso il suo intervento: cinque anni intensi e duri, per Palazzi, che è stato oggetto di forti critiche per i suoi tempi dilatati e la difficoltà di mettere insieme gli uomini dell’ex Ufficio Indagini con i suoi modi di fare. Il 30 giugno prossimo scadranno tutte le cariche della giustizia sportiva: per Palazzi potrebbe esserci un posto in una commissione giudicante. La Figc e la Commissione di Garanzia della Figc, presieduta da De Lise e con Borrelli ancora membro, dovrà scegliere un altro procuratore: si punta, così pare, ad una figura esterna all’attuale struttura di giustizia sportiva. Anche se uno dei vice, Ricciardi (che ha di recente interrogato Pairetto) potrebbe avere chance. Il valzer delle conferme o dismissioni, in ogni caso, è cominciato in Procura. Un valzer che si suonerà, come dicevamo, sulle note di Calciopoli 2: un’indagine partita con piglio, apertasi troppo forse, se doveva essere solo – in attesa della sentenza di Napoli – un giudizio sulla congruità morale dello scudetto concesso all’Inter nel 2006.
C’E’ CHI DICE NO Ha tentato un ultimo colpo, Palazzi, prima del botto finale, l’interrogatorio di Moratti. Ha inviato la lettera di convocazione a Luciano Moggi, ma Moggi (che non si ritiene tesserato) non ha nessuna intenzione di collaborare all’indagine. E come lui l’altro protagonista di Calciopoli, l’arbitro De Santis, che alla procura arbitrale ha di recente fatto capire di avere molti sassolini da togliersi dalle scarpe non più bullonate proprio a causa di Calciopoli. Non è piaciuto affatto proprio questo riprendere tutto daccapo, senza andare con decisione e subito su Moratti e sui “nuovi” intercettati, quelli per cui Calciopoli è stata una manna dal cielo (promozioni, vantaggi). A dare il tempo di lavoro, che coincide (non a caso) con il mandato è stato Abete il 28 dicembre scorso: «Entro giugno si tira una riga». Il procuratore in uscita (a meno di ribaltoni) ha un ultimo compito e un destino ingrato: è quasi un contrappasso per lui dover rivedere oggi quell’indagine della quale lui non era responsabile nel 2006, ma che lui ha trasformato nell’accusa che ha rivoluzionato gli equilibri del calcio italiano. E rileggere trascrizioni tardive e scoprire reati sportivi prescritti per non aver seguito l’indicazione di Borrelli (invero non così determinato, anzi, quando si trattò del caso Telecom-Moratti) di continuare a indagare. Anche solo rileggendo gli atti. Nel frattempo è stata sua la pietra tombale sul caso Collina (i rapporti con Meani ritenuti ok).
PERCHE’ L’INTER Nel frattempo proprio lui e i suoi uomini interrogando Bergamo hanno molto insistito nel chiedere perché si fosse permesso a Facchetti tutto quello che emerge dalle telefonate dell’aprile. E non avevano ancora letto l’ultimo verbale di Nucini? Di certo i verbali delle nuove testimonianze raccolte da Narducci e Capuano e anticipate in questi giorni da Tuttosport hanno indotto Moggi a sporgere querela e richieste di danni civili contro Corbelli che ha parlato di un Lucianone che volle far retrocedere il Napoli e contro Nucini per i suoi teoremi «falsi su situazioni e fatti mai accaduti».
Fonte: Tuttosport