CALCIOPOLI JUVENTUS INTER MILAN – “Telefonate tagliate e selezionate senza un quadro generale della situazione”: così l’arbitro Massimo De Santis si è espresso stamattina a Napoli, alla ripartenza del processo di Calciopoli sulle intercettazioni che sono state il cuore dell’istruttoria e del successivo rinvio a giudizio. La sua dichiarazione spontanea – nessun imputato si è invece sottoposto all’interrogatorio dell’accusa – ha riempito buona parte dell’udienza che ha esaurito anche la fase delle testimonianze con le parole dell’osservatore arbitrale Luciano Luci. Che ha parlato anche di Bologna-Juventus, una delle partite “incriminate”, definendo l’arbitraggio di Pieri “sotto la sufficienza, leggermente deficitario”.
il cachemire dell’inter — Poi si è aperta la fase delle dichiarazioni spontanee degli imputati, aperta dall’assistente Enrico Ceniccola, guardalinee di Lecce-Juve, altra gara finita dentro Calciopoli: “Si parla tanto dei regali della maglie della Juve in quell’occasione. Ma il Milan donava anche abbigliamento tecnico e borsone, e l’Inter aggiungeva a tutto questo un maglione di cachemire”. E poi: “Guardalinee che non sono stati indagati intrattenevano un rapporto quotidiano con il Milan. Copelli, Contini e Babini”.
le dichiarazioni di de santis — Quanto a De Santis, uno degli imputati anche per l’associazione a delinquere, ha parlato di alcune delle partite sotto inchiesta: “In Fiorentina-Bologna (Bologna che avrebbe incontrato la Juve la partita successiva, ndr) io ho ammonito due diffidati, Petruzzi e Nastase, ma perché non si dice che il Bologna di diffidati ne aveva sette? Il problema è se le ammonizioni sono giuste o sbagliate. Ma poi: perché su 40 arbitri sono stato intercettato solo io?”.
la sentenza telecom — Intanto il Tribunale ha acquisito fra gli altri documenti anche la sentenza Telecom, nella parte relativa all’”operazione Ladroni” e al ruolo dell’Inter, ma non una relazione della stessa Telecom sui criteri “per verificare l’attendibilità delle attribuzioni di utenze telefoniche riservate”. Un documento presentato dalla difesa di Moggi per contestare il lavoro dei carabinieri sull’attribuzione della paternità delle famose schede svizzere ad alcuni imputati. Si ricomincia il 25 gennaio perché il perito trascrittore depositerà soltanto allora almeno una parte delle intercettazioni-bis.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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