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JUVENTUS INFORTUNIO QUAGLIARELLA RECUPERO RECORD – Doveva essere la sua partita del cuore, la più attesa dell’intero campiona­to: Fabio Quagliarella vestito di biancone­ro al San Paolo, ex senza disagi né veleni, prima apparizione dopo un addio difficile da perdonare perché Napoli gli vuole trop­po bene. La trama di un destino beffardo, non solo traditore, gliel’ha strappata: la domenica di Fabio non avrà i colori dello stadio che era sfondo dei suoi sogni di bambino, ma le luci della sala operatoria dove gli sarà ricostruito il legamento cro­ciato anteriore del ginocchio destro.

CLINICA ROMANA – Dopo aver pianificato ini­zialmente l’intervento chirurgico a Tori­no, la Juventus, d’accordo con il Napoli proprietario del cartellino e con l’attac­cante di Castellammare di Stabia, ha scel­to Villa Stuart, famosa casa di cura roma­na, l’unica in Italia riconosciuta come Centro Medico di Eccellenza Fifa.

PROTOCOLLO ACCELERATO – A suggerire la scelta di Villa Stuart è stata la tecnica chirurgica messa a punto dal professor Mariani che accele­ra notevolmente i tempi di recupero. La prognosi tradizionale, di circa sei mesi, è di fatto dimezzata: il calciatore può torna­re a correre dopo sessanta giorni e scen­dere in campo dopo appena tre mesi. Una ripresa “garantita” e già rispettata, basti solo citare l’ultimo esempio di Cristiano Lucarelli: il centravanti del Napoli, operato a Villa Stuart il 20 settembre scor­so, è stato convocato da Mazzarri il 19 dicembre per la partita con il Lecce: no­vanta giorni esatti.

TIPO D’INTERVENTO – Il segre­to non risiede nella tecnica riabilitativa, ma nella tipologia dell’inter­vento chirurgico. Mariani, che effettua un migliaio di operazioni di questo tipo ogni anno, è infatti in grado di abbatterne note­volmente la durata assicurando comunque la massima precisione. E i tempi ridotti dell’intervento, limitando il trauma chi­rurgico, si riflettono su quelli di recupero. Per fare un esempio semplice, se si lavo­ra su un ginocchio per mezz’ora, la soffe­renza che questo subisce comporta versa­menti e gonfiori che spostano l’inizio del­la riabilitazione. Se invece si è più veloci ­come è Mariani, grazie a trentacinque an­ni d’esperienza, alla curva d’apprendi­mento e alla dote naturale d’essere ambi­destro – si può cominciare subito, ancora prima di rimuovere i punti. Basti solo pen­sare che già il giorno successivo all’opera­zione il paziente può camminare da solo: stampelle e tutore servono solo alla sua psicologia, perché lo fanno sentire più si­curo.

Fonte: Corriere dello Sport

Marco Nicolosi- www.calciomercatonews.com




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