CALCIOMERCATO MILAN DE ASSIS GALLIANI RONALDINHO / Sul volo dal Brasile a Dubai ha dormito, e chi lo ha visto atterrare racconta che non trasmettesse la consueta allegria. È in bilico il futuro di Ronaldinho, fra un ritiro invernale con il Milan che può diventare l’epilogo della sua avventura europea, e il ritorno in patria al Gremio, dove è cominciata la sua carriera di calciatore e che può essere ultima spiaggia per rilanciarsi verso i Mondiali del 2014 in Brasile. L’accordo fra il giocatore e il club di Porto Alegre è già stato raggiunto, resta solo da definire il divorzio con il Milan. L’appuntamento è a sette fusi orari dall’albergo di lusso dove il Milan è in ritiro. Mentre negli Emirati sarà notte, a Rio de Janeiro, all’ora dell’aperitivo, è fissato un faccia a faccia fra l’ad rossonero Adriano Galliani e il fratello-manager di Ronaldinho, Roberto de Assis. Il giocatore punta alla rescissione consensuale del contratto con buonuscita, mentre il club di via Turati non la vede così e anzi prova a ricavare qualcosa dalla cessione. «Sarà il mio primo incontro con la dirigenza del Milan, non so ancora dire se l’accordo sarà raggiunto oggi – è stata la previsione di de Assis -. Dubito, ma tutto può succedere nel calcio…». Un’intesa non è impossibile, anche se Ronaldinho rischia di dover attendere la metà di gennaio. Al Gremio l’ottimismo è notevole. Nei giorni scorsi il presidente del Gremio Paolo Odone ha annunciato l’intesa definita con il giocatore, supportata da diversi sponsor. «Ronaldinho arriva al 90 per 100, forse un pò di più. È un grande giocatore, un grande amico e, a mio parere, avrebbe dovuto giocare l’ultima Coppa del Mondo», ha rilanciato l’allenatore Renato Gaucho, noto in Italia come Renato Portaluppi, che da attaccante, dopo aver vinto proprio con la maglia del Gremio coppa Libertadores e Intercontinentale, a fine negli anni ’80 sbarcò alla Roma senza lasciare troppe tracce in campo, facendosi notare più che altro per le attività extracalcistiche. Aveva fama di playboy, si vantava di aver fatto l’amore allo stadio Maracanà, e gli affibbiarono il soprannome di ‘Pube de orò, onorato nel 1995, quando giocava al Fluminense, con un gol di ventre contro il Flamengo. Un passato che autorizzerebbe qualche ironia sull’uomo convinto di riuscire dove Carlo Ancelotti, Leonardo e Massimiliano Allegri hanno abdicato, ossia rigenerare Ronaldinho. Ma Portaluppi in passato ha raccontato che da tecnico non transige su i chili di troppo dei suoi giocatori e sul mancato rispetto degli orari.
FONTE: ANSA
Mauro Piro – www.calciomercatonews.com
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