CALCIOMERCATO INTER MILAN LEONARDO TRADITORE – Giammai, risponde sul nostro sito una buona maggioranza dei tifosi nerazzurri con Sandrino Mazzola nell’inedito ruolo di arruffapopolo, poi pentito. I milanisti fanno eco, concordi. Per quanto possa sembrare anacronistico in questo calcio globalizzato, con pochi valori e nessuna barriera, le bandiere vanno ancora di moda. Inutile ricordare che il tradimento, dai tempi di Adamo ed Eva, è il motore della storia. E pure dello sport (Meazza, Nuvolari, Coppi, Ronaldo, tutti voltagabbana?). O che l’opportunista, come insegna la brillante carriera di Napoleone, è sovente vittorioso. Meglio spiegare perché Leo non ha tradito nessuno e, almeno sulla carta, è un’ottima scelta. Leonardo Nascimento de Araujo, 41 anni, brasiliano di Niteroi, è un animale strano. Un colto girovago, un curioso della vita: ha cambiato molte squadre e molti paesi, alla Spagna al Giappone, dalla Francia all’Italia. In campo ha cominciato come difensore e ha finito come attaccante, conquistando nel frattempo un Campionato del mondo e una coppa Intercontinentale (’94). Al Milan conclude la sua parabola di calciatore nel 2003. Resta come dirigente e, insieme a Galliani che lo ama assai, fa cose eccellenti (Kakà, Pato). Parla cinque lingue, ha carisma, un’eleganza scintillante, sembra il perfetto prodotto del berlusconismo maturo. Ma quando il Cavaliere lo costringe a prendersi la panchina, l’idillio si risolve in una rottura clamorosa. I risultati non sono affatto male -senza gli infortuni di Pato e Nesta il Milan avrebbe potuto strappare lo scudetto all’Inter -ma Leo fa troppo di testa sua, alle critiche risponde a tono e il patron non gradisce. Se ne va e alla Gazzetta spiega: “Berlusconi è come Narciso, tutto quello che non è specchio non gli piace”. Giusto o sbagliato, in politica non si ricordano giudizi così lapidari. Lo ha scritto assai bene Luigi Garlando su questo giornale: chi confonde le citazioni di Gandhi che il brasiliano dispensa in zona mista con la mitezza del remissivo non lo conosce bene. Così come sbaglia chi pensa che abbia scelto l’Inter per far dispetto al suo mentore. Felix Leo, col suo sorriso a trentadue denti, è un felino sornione. E vuole vincere. Lo spogliatoio interista, Zanetti e gli argentini in testa, lo ha salutato come un fuoriclasse, e questo non si discute. Ma anche come un toccasana. I tifosi, invece, si chiedono se abbia esperienza e talento sufficiente come allenatore. Questo, onestamente, lo scopriranno solo col tempo. Intanto però possono ricordare agli avversari milanisti l’immortale battuta di Zsa Zsa Gabor a proposito di tradimenti: «E’molto difficile far felice il proprio marito. E’molto più facile far felice il marito di un’altra» . E sperare che la palla, oggetto bizzarro, giri dal loro verso.
Fonte: Gazzetta dello Sport