CAVANI NAPOLI MILAN IBRAHIMOVIC – AURELIO De Laurentiis ha gigioneggiato («Tra Cavani e Ibrahimovic mi tengo Cavani: è già mio ed è più giovane…»), ma la sostanza gli dà ragione in tutti i sensi. A lui, ma anche alle scelte tecnicoeconomiche del Napoli. Nel giochino di chi sia meglio tra Edinson Cavani e Zlatan Ibrahimovic, inevitabile visti gli effetti che hanno sul campionato (il bomber del Milan capolista contro quello della seconda in classifica), la bilancia per ora pende clamorosamente a favore dell’uruguaiano. Dal punto di vista tecnico, economico e degli equilibri, diciamo così, ambientali, Cavani è davvero il valore aggiunto del Napoli, molto più di quanto non lo sia Ibra per il Milan.
I NUMERI Quella dei gol è una questione talmente lampante (e la riassumiamo nella tabella qui accanto) che rischia di far passare perfino in secondo piano gli altri aspetti del “crack-Cavani”. Cifre che, tra l’altro, contribuiscono a sottolineare l’ottimo lavoro del ds napoletano Riccardo Bigon, che in estate ha condotto la trattativa molto sottotraccia per assecondare la richiesta di Walter Mazzarri. Per acquistarlo dal Palermo, il Napoli spenderà in totale 17 milioni contro i 24 versati dal Milan al Real Madrid per lo svedese: già la differenza di età – 23 anni l’uruguaiano, 29 lo svedese – è un primo punto a favore dei napoletani. Il secondo aspetto, ancor più fragoroso, è quello che rimanda all’ingaggio: Cavani guadagna 1,8 milioni netti a stagione, lo stipendio di Ibra raggiunge (premi e incentivi compresi) l’iperbolica quota di 10 milioni di euro. Una cifra cinque volte superiore che, certo, è giustificabile con il curriculum dello svedese e con la sua precedente “incidenza” nell’economia del campionato italiano, ma che ora fa riflettere alla luce del rendimento di Cavani.
UOMO SQUADRA Tutti questi numeri concorrono alla definizione di “uomo squadra” ma non bastano, da soli, a definire la questione. Mazzarri, che ha una vera e propria predilezione per i giocatori con queste caratteristiche, ne parla così: «Un attaccante moderno che non pensa solo al gol, ma che lavora per la squadra. Lo volevo già quando allenavo la Samp, ma poi non se ne fece nulla».Intendiamoci: anche Ibra pesa eccome sull’economia del Milan, ma è rarissimo vederlo prodursi in sgroppate a inseguire avversari sin nella propria area di rigore. Cavani, invece, corre sempre e ovunque e lo fa con gran costrutto tattico. Magro di una magrezza quasi ieratica, incarna davvero “l’atleta di Cristo” (a cui è devotissimo) anche nei comportamenti, tanto fuori quanto dentro al campo. Tanto è fumino Ibra, così è silenzioso e corretto l’uruguaiano. Che a Napoli pare aver trovato una dimensione completa sia dal punto di vista sportivo sia da quello umano.
Fonte: Tuttosport