MONDIALE PER CLUB MATERAZZI BENITEZ BLATTER – Recita il proverbio “la vendetta, è un piatto che va servito freddo”. Marco Materazzi ha aspettato quasi quattro anni e mezzo, però, alla fine, ha provato il sottile piacere di chi si è preso una rivincita. L’altra notte ad Abu Dhabi, a fargli girare le scatole, oltre al “tradimento” di Benitez (argomento che approfondiremo in seguito), la presenza di Joseph Blatter, con giacca in ordinanza e sorrisone delle grandi occasioni, per fare da cerimoniere alla finale del mondiale per club. Niente di male, si direbbe, visto che il padre-padrone della Fifa è riuscito a mettere sotto la propria ala pure l’ex Intercontinentale. Tuttavia Materazzi non ha dimenticato quanto successo il 9 luglio 2006 a Berlino quando, sempre Blatter, si dileguò al momento di consegnare la coppa del mondo nelle mani di Fabio Cannavaro perché, almeno in base alla spiegazione ufficiale data dall’interessato, temeva i fischi dei tedeschi, mai teneri verso il suo operato. La sensazione del club Italia era un’altra, ovvero che il presidente della Fifa fosse imbarazzato a consegnare la coppa a una squadra il cui campionato era dilaniato da Calciopoli e al termine di una finale segnata dalla testata di Zidane a Materazzi, unico giocatore della storia punito (e squalificato) perché “reo” di aver provocato la violenza cieca dell’avversario. Tutti pensieri che sono passati nella testa di Materazzi quando ha visto Blatter ad Abu Dhabi. Così, stavolta è stato lui, unico reduce della notte di Berlino presente, a non presentarsi sul palco per ritirare la medaglia. Una medaglia consegnatagli dai compagni nello spogliatoio e indossata con fierezza sull’aereo che ha riportato la squadra a Malpensa (Blatter, per dare la coppa a Cannavaro, ha impiegato 2 anni e 55 giorni: lo ha fatto a Coverciano nella cerimonia per consegnare lo scudetto mondiale). QUELLA PROMESSA L’altra ragione della mancata presenza sul palco è naturalmente legata a Benitez: sembra che lo spagnolo avesse promesso a Materazzi di farlo scendere in campo perché Matrix avrebbe così superato totem come Paolo Maldini. Promessa – è storia – non mantenuta. Così, tramite il suo sito, Materazzi ha rivolto l’ennesimo anatema a Rafa: «Campione del mondo un’altra volta, ed è stato bello come a Berlino. Non è sempre vero che un titolo pesa più di un’altro: il Mondiale per club l’ho vinto assieme ai compagni di anni, non di giorni. E nello spogliatoio mi è passata anche la rabbia per non aver potuto essere in campo neanche per pochi minuti. Così è il calcio, non tutto è deciso da noi: ma che dovessi essere campione del mondo con l’Italia e adesso anche con l’Inter probabilmente era già deciso, e nessuna scelta di nessun allenatore mi potrà mai togliere questo doppio titolo che mi riempie d’orgoglio».
Fonte: Tuttosport