Calciopoli 2, Juventus Inter: il nuovo processo non sarà “mirato” su una sola squadra…

CALCIOPOLI 2 NUOVO PROCESSO – In principio fu la Federcalcio a succhiare fino al midollo il parziale esito delle indagini dei pm napoletani: era il 2006 e il mondo credeva, leggendo le informative e i libri nero e rosso dell’Espresso figli di una fuga di notizie, che a telefonare ai designatori (mai agli arbitri, da quanto emerge dal materiale a disposizione) fosse solo Moggi. E allora Borrelli e Palazzi, avallati da Ruperto e dalla Corte federale e dall’Arbitrato del Coni, facevano copia e incolla: tutto intorno a Moggi, unico motore dello scandalo, e così è stato.

DI CORSA Paradosso dei paradossi: ora è Narducci a sperare nel lavoro di Palazzi. Dopo quattro anni di indagini e – quindi – finalmente la terzietà del processo e il contraddittorio nella produzione di prove, al termine della fase dibattimentale in cui sono emerse tutte le contraddizioni, le inesattezze (sulle ammonizioni preventive), le imperfezioni (mai un blitz sui luoghi dei delitti, niente intercettazioni pubblicate sulle mitiche schede svizzere, intercettabili) e i vuoti su telefonate ( scomparse quelle di 14 squadre, a partire dall’Inter) e testimonianze ( l’assistente Coppola, i notai dei sorteggi etc.), è partita finalmente l’indagine Calciopoli 2 e – a partire da Bergamo – saranno ascoltati alcuni dei protagonisti che al processo di Napoli hanno fatto dichiarazioni spontanee ma non si sottoporranno all’interrogatorio di Narducci in aula («non mi ha voluto ascoltare durante le indagini preliminari, non mi sentono ora » ) . Proprio il pm nelle udienze di inizio 2011 (11, 18 e 25 gennaio) potrebbe richiedere l’acquisizione dei verbali degli interrogatori in Figc. Un lavoro in tandem come ai vecchi tempi o solo un contrappasso e ribaltamento dei ruoli?

SVOLTA «Di certo adesso la giustizia sportiva, rispetto al 2006 ha a disposizione non materiale parziale, ma prove dibatutte in contraddittorio – dice il legale di De Santis, Gallinelli -. In aula il mio assistito è pronto a dichiarazioni a verbale che potrebbero essere molto utili a Palazzi. A partire dai tanti in attività protagonisti di telefonate assai rilevanti… Negando alla giustizia sportiva, nel 2006, le telefonate dell’Inter e degli altri club s’è condotto un processo sportivo mirato. Ecco la prova, è al processo è in queste telefonate che ora Palazzi deve riesaminare. Il processo sportivo è stato irrimediabilmente viziato dalle scelte arbitrarie di chi diceva che non esistevano le telefonate di Moratti, Facchetti e degli altri dirigenti; di chi ha sunteggiato così male le migliaia di audio di Meani etc.».

Fonte: Tuttosport

Gestione cookie