INTER ZIDANE MATERAZZI TESTATA – Dopo tanti anni racconta la sua verità. «Nella stagione 2005-2006 fui molto vicino a finire al Milan. Mancini non mi vedeva, voleva che me ne andassi: c’era anche il Villarreal che mi cercava, mentre a me premeva soprattutto andare a giocare per guadagnarmi il Mondiale. Non ho problemi ad ammetterlo: fui vicinissimo a firmare col Milan, poi però parlai con Lippi. L’allora c.t. mi disse di non preoccuparmi, che un posto tra i 23 me l’avrebbe dato comunque e quel colloquio fu la mia fortuna. Decisi di restare dove il cuore mi diceva di stare, Lippi mantenne la promessa, mi portò in Germania e poi quel che successe lo sapete». L’amarcord porta la firma di Marco Materazzi ed è contenuto all’interno di un’intervista esclusiva che andrà in onda venerdì su Premium Calcio alle ore 21.00 all’interno di «La tribù del calcio».
L’INCONTRO CON ZIDANE – A proposito di Mondiale 2006, in cui nella finale con la Francia il difensore azzurro ricevette la storica «testata» da Zidane, Materazzi svela per la prima volta i particolari dell’incontro con il giocatore di Juventus e Real Madrid, avvenuto casualmente all’hotel Meliá di Milano dove Marco, il 4 novembre scorso, si era recato per salutare Mourinho alla vigilia di Milan-Real Madrid. «Stavo uscendo dall’hotel – racconta Materazzi – quando qualcuno cercò di fermarmi: c’è un problema, mi dissero, c’è Zidane che sta parcheggiando proprio a fianco della tua auto. Risposi che non vedevo dov’era il problema; uscii, mi trovai di fronte a Zidane e sfruttai l’occasione per dirgli delle cose, cose che sappiamo io e lui, che restano tra noi. Diciamo che sono stato io a parlare di più e quando lui alla fine mi ha allungato la mano, io l’ho tenuta stretta e non l’ho mollata fino a che non mi ha guardato bene in faccia. Era quello che volevo. È andata così, per me è stato bello: per lui non so».
IL RAPPORTO CON BALOTELLI – Sul controverso rapporto con Balotelli il difensore dell’Inter dichiara: «Uno schiaffo e una scarpa in faccia gli sono arrivati; ma quando l’hanno operato, ed era in ospedale, c’ero io a mezzanotte a fargli compagnia e ad andare a prendergli le merendine alla macchinetta»; sul rapporto con Ibrahimovic: «Lo scontro nel derby? Semplicemente io mi sono fermato per non fargli del male, lui invece no. Ma va bene così. La verità è che noi dell’Inter lo dobbiamo ringraziare: se un anno fa avessimo incontrato il Barcellona senza lui in campo, forse non ce l’avremmo fatta a eliminarli e non avremmo mai vinto la Champions»; sul Pallone d’oro: «Nel 2006 avrei meritato di essere preso in considerazione, invece pagai la fama del cattivo, per via della testata di Zidane e France Football non m’inserì nemmeno fra i 30». Quindi, sullo scudetto perso il 5 maggio: «L’ultima partita in casa della Lazio la perdemmo per nostro esclusivo demerito: ma il ricordo di quella stagione è brutto per tutto quello che successe prima ai nostri danni, a cominciare da un incredibile rigore fischiatoci contro a Venezia, con lo stesso Maniero a meravigliarsi e a dire: ma quale rigore!».
Fonte: Corriere.it