CASO CASSANO GARRONE ETO’O SAMPDORIA – La giornata appena trascorsa ci consegna una Sampdoria che vince in trasferta senza però riuscire ad essere autoritaria; anzi la squadra della lanterna è sembrata smarrirsi (pur essendo in vantaggio di un uomo e nel punteggio) ed aggrapparsi stretta al suo bomber Pazzini, in attesa che uno tra Pozzi e Marilungo si riveli adeguato al palcoscenico della serie A.
In tribuna, impassibile anche nel momento del definitivo 3-2, il Presidente Garrone segue la squadra ma ha un’aria assente, riflessiva come se fosse lì ma non solo.
Sicuramente Garrone vuole bene alla Samp, ma noi pensiamo ci sia anche altro dietro a questa presenza; una specie di senso di rimorso perché sente di avere “la colpa” di togliere alla squadra quel talento che le servirebbe per vincere soffrendo meno e, forse, per fare il salto di qualità, quello che si fa per stare tra i grandi e sedersi autorevolmente allo stesso tavolo.
Garrone sa bene che la Samp senza Cassano non è la stessa e, pur sapendo di agire nel giusto, si sente comunque in colpa; per questo è in tribuna in versione tifoso da trasferta, è lì a colmare un vuoto che sente di aver creato, quasi a nasconderne l’assenza.
In realtà Garrone, in silenzio e con garbata risolutezza, sta dando una lezione al mondo dello sport.
Una lezione di moralità che non sono stati in grado di dare, ad esempio, i giornalisti televisivi che ieri hanno permesso a Benitez di dirci che quello di Eto’o era una reazione come tante, che ognuno reagisce a modo suo.
Interrompere lo spagnolo per far notare , anche sommessamente, che una testata non è una reazione tra tante sarebbe stato il minimo da farsi.
Sabato pomeriggio è stato dato risalto al fatto che 50 tifosi della Samp stessero dimostrando solidarietà a Cassano manifestando nei pressi della sua abitazione.
L’esiguo numero testimonia che Garrone non è solo nella sua personale battaglia fatta di difesa della dignità del ruolo di Presidente prima e della sua stessa persona poi.
Abbiamo tutti il dovere di sostenere la Samp in questa azione dalla quale la squadra genovese uscirà senz’altro danneggiata.
Perderà un campione a costo zero e tanti punti in classifica ma sta tentando di stabilire un principio basilare: gli adulti si devono assumere le responsabilità delle proprie azioni ed accettarne le conseguenze.
In quest’epoca in cui se ti crei un seguito non importa se te lo sei creato mentendo, calpestando le regole, perché sei solo bello/a o furbo/a qualcuno sta cercando di affermare il principio che “sbroccare”, ignorare le regole ha le stesse conseguenze per belli e brutti, furbi e ingenui, campioni e brocchi.
Perdonare qualcuno a cui vuoi bene è facile, genera happy-ending, ma non è sempre giusto.
E qualcuno deve fare la cosa giusta, almeno davanti ad una testata, almeno di fronte ad offese vergognose, almeno quando non si può fare altrimenti.
Angelo Spada – www.calciomercatonews.com
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