JUVENTUS KRASIC APPELLO – Per il giudice, Krasic ha compiuto «un abile tuffo» per conquistarsi ingiustamente un rigore domenica scorsa a Bologna. Per la gente che era allo stadio – e che l’ha fischiato sino a costringere Del Neri a sostituirlo – Krasic ha compiuto «un abile tuffo». Per la gente che non era allo stadio, ma ha potuto vedere l’episodio in Tv, Krasic ha compiuto «un abile tuffo». Unanimità di giudizio, insomma, come raramente capita, e dunque nessuna meraviglia per le 2 giornate di squalifica che, come da regolamento, sono state comminate al serbo ( è il minimo della pena). Il problema è che solo per la Juve (intesa come dirigenti: i tifosi sono tifosi, ma non sono ciechi) Krasic non ha compiuto « un abile tuffo » , ma è caduto temendo di essere colpito. Insomma, nessuna simulazione nel suo gesto, nessuna intenzione dolosa e quindi nessuna squalifica possibile per lui. Prima Del Neri, poi Marotta, quindi Blanc hanno cercato di arrampicarsi sugli specchi, cercando di giustificare il calciatore. Ieri, infine, è stata la volta del presidente, Andrea Agnelli, secondo il quale Krasic sarebbe stato vittima di un’aggressione mediatica.
Quel che più dispiace, è proprio questo atteggiamento. Nessuno – a caldo o a freddo – che abbia chiesto scusa: ai giocatori del Bologna, agli spettatori, all’arbitro e i suoi assistenti. Sarebbe bastato poco per dire: « Scusate, è stato un gesto istintivo».
Nessuno ha chiesto la criminalizzazione di Krasic, nè che venga condannato alla pena capitale. L’unica richiesta – legittima – è che venga applicato (per lui e per tutti coloro che simulano) il regolamento che, appunto, prevede 2 giornate di squalifica. Niente di più, ma anche niente di meno.
La Juve difende Krasic parlando di « non volontarietà » . In pratica, il serbo avrebbe temuto di subire un fallo e l’avrebbe « prevenuto » . Spiegazione che sarebbe stata accettabile solo in un caso: che Krasic, dopo essere franato nell’area di Bologna, si fosse rialzato e avesse detto all’arbitro: «Non è rigore, sono caduto ma non c’è stato contatto». Visto che non parla l’italiano, si sarebbe potuto spiegare in inglese ( l’arbitro De Marco è internazionale), altrimenti avrebbe potuto ricorrere al linguaggio dei gesti, che è universalmente conosciuto.
Del Neri, l’allenatore, prenda esempio da Allegri, suo collega del Milan, che subito dopo Milan- Napoli ha criticato il suo Robinho, che in campo era stramazzato al suolo senza essere colpito. « Queste cose non si fanno», ha detto Allegri. Non è difficile dire le cose semplici.
Quanto alla Juve, ha ancora una possibilità di uscire con serenità e stile da questa antipatica vicenda: rinunci al ricorso. Darebbe un bel segnale a tutto l’ambiente. Simulare non è bello, difendere ad ogni costo chi ha sbagliato è anche peggio.
Fonte: Corriere dello Sport
La redazione di Calciomercatonews.com
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