Roma infortuni Parma – Che non sarebbe stato un pomeriggio da incorniciare lo aveva detto il riscaldamento prepartita che si era ripreso il polpaccio di Taddei portandolo via per chissà quanto, ancora una volta. Ennesimo infortunio muscolare per la Roma quest’anno, ed anche questa è una variabile che ricorda le ultime 2 stagioni sotto la guida di Spalletti. Eppure la Roma incerottata si è sempre battuta, in questi anni, contro quell’apparente senso di inferiorità che arriva implacabile quando i suoi calciatori erano mietuti dalla falce degli infortuni. Così il tifoso davanti allo schermo ed i (pochi) coraggiosi presenti in un grigissimo ‘Tardini’ si saranno fatti presto una ragione per l’ennesima defezione e si saranno aspettati una Roma tosta, in grado di mettere all’angolo un Parma apparso mai così sterile.
Niente di tutto questo. La Roma arranca perché ha perso l’idea di se stessa. L’anno scorso Ranieri le aveva trasmesso il “culto della grinta” , una sorta di filosofia fatta su misura, che portava la squadra – anche inconsapevolmente- ad attaccare con un furioso ordine, convinta che alla fine avrebbe ottenuto quanto cercato.
Le vittorie col Siena, col Catania a Torino ed a Firenze sono paradigmatiche di quell’animus pugnandi di cui parlavamo come vero motore dei capitolini. Quest’anno tutto questo è sparito. La Roma appare confusa, alla ricerca di se stessa ma senza sapere più chi è. Così vediamo un Totti che fisicamente sembra tiratissimo, vagare per il campo senza incidere; Borriello accompagnare l’azione a sinistra più di Vucinic in quale invece si occupa di prendere palla a centrocampo e, dopo una bella corsa, consegnarla al primo difensore avversario paratoglisi davanti. Ma se questo quadretto descrive chiaramente una Roma arruffona e imprecisa, bisogna aspettare la ripresa per non capirci davvero più nulla. In soli 6 minuti Ranieri sconfessa ogni modulo finora proposto e ne sfodera uno nuovo con Baptista largo a sinistra, Simplicio per Totti e poi Okaka per Cicinho. Non sappiamo nemmeno dire con chè modulo la Roma abbia chiuso la partita… o forse non preferiamo fingere di non aver visto che Baptista e Okaka erano gli esterni di un 4-4-1-1 con Borriello centravanti e Simplicio un pò in appoggio (come vice Totti) e un pò su Dzemaili come… già come chi?!? Magra consolazione riservano i minuti finali, in cui se solo Baptista avesse alzato la testa e passato la palla ad Okaka probabilmente la Roma, capitalizzando quel contropiede, avrebbe vinto la partita e forse cambiato l’inerzia negativa di questa stagione nata malissimo. Sabato c’è il Lecce , nome che riapre nei cuori romanisti ferite vecchie ma ancora sanguinanti, poi c’è il derby per il quale ogni aggettivo è superfluo. Spesso sentiamo dire che alla Roma non manca nulla per invertire la tendenza e ritornare protagonista in Italia e in Europa. Ne saremmo convinti anche noi, se pensassimo che Ranieri ha con se e attorno a se tutti i calciatori della Roma. Alcuni atteggiamenti ci portano a dubitare che sia così. L’augurio per i tifosi giallorossi è che ci sbagliamo noi, che si tratti solo di una falsa partenza e che a Roma non voli solo Olimpia.
Angelo Spada – www.calciomercatonews.com