MILAN PATO EDITORIALE – Un po’ Papero d’Oro un po’ brutto anatroccolo. In questo avvio di stagione la buona luce di Pato sembra funzionare ad intermittenza, e dopo aver inaugurato l’annata tra pochi alti e molti bassi, all’attaccante prodigio del Milan stanno iniziando ad arrivare le prime tiratine di orecchie. Il suo rendimento da settembre ad oggi, quattro gol, due doppiette con Lecce e Chievo, è un po’ misero non tanto nella forma quanto nella sostanza. A Madrid martedì scorso, ad esempio, il numero 7 rossonero è stato spettatore non pagante e praticamente mai in partita, anche quando il Milan ha provato a mettere fuori la testa nella metacampo del Real. E’ vero che Pato ha avuto il solito stop fisico di circa due settimane – con la solita, pronta guarigione giusto in tempo per volare in Brasile -, ma quello che inizia a lasciare perplessi è l’atteggiamento che talvolta il giocatore lascia trasparire: dalla sufficienza con cui trotterella per il campo all’impressione che si atteggi già da campione e non da attaccante che a 21 anni – per carità, pur con grandissime doti – in fondo ha ancora tutto da dimostrare. Se a questo si aggiungono i flirt con altri club europei che ogni tanto ingenuamente si lascia scappare, ecco che di quello che una volta veniva chiamato attaccamento alla maglia, il brasiliano sembra dimostrarne un po’ poco. Non a caso arrivano i rimbrotti dai compagni, come Seedorf, che qualche settimana fa per Pato si augurava una crescita dentro e fuori dal campo, o anche del tecnico Allegri, che dice che a volte si bea troppo del suo calcio. Guarda un po’, proprio quello che gli rimproverava già tre anni fa un certo Carlo Ancelotti.
Fonte: Qsvs
Redazione Calciomercatonews.com
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