MILAN BERLUSCONI CALCIO – Gli unici sorrisi per Silvio Berlusconi, negli ultimi giorni, arrivano dal lodo Alfano. Non certo dal suo Milan. A Madrid il presidente non c’era, ma gli è bastato vedere la partita in tv per perdere le staffe. Il 2-0 del Bernabeu è bugiardo e il premier lo sa: il suo Diavolo è stato annichilito, poteva andare peggio. Gli ultimi precedenti erano stati diversi: i rossoneri, contro le merengues, avevano dominato con Sacchi prima e anche con Leonardo poi.
Da qui arriva la rabbia del premier. Il Milan dell’anno scorso non era il suo Milan. Schierato con un 4-3-3 nel quale non si riconosceva, con i pupilli Ronaldinho e Pato costretti all’ala, aveva espugnato il Bernabeu. Il suo Milan, quello di quest’anno, con il Gaucho sistemato sulla trequarti come da diktat presidenziale e Seedorf in mediana, a Madrid non è mai stato in partita. Berlusconi rimane convinto delle sue idee e non è una novità. Facile capire, quindi, quale sia il capro espiatorio per il disastro di martedì. Non certo Ronaldinho, tantomeno Ibra. Nel centro del mirino c’è lui, Massimiliano Allegri.
Uno yes man che piacque al presidente per l’estetica e per la volontà di assecondare le sue richieste a differenza dei predecessori. Ora, però, farsi delle domande sull’ex tecnico del Cagliari è inevitabile. E se dal campo non arriveranno risposte, il cambio in corsa non è un’opzione da escludere. Rijkaard si è liberato dal Galatasaray, Costacurta ha chiesto tempo all’Under 21 sperando nella grande chiamata. Loro il DNA rossonero ce l’hanno davvero. Bastasse quello…
Fonte: Qsvs.it
La redazione di Calciomercatonews.com