JUVENTUS DELNERI TECNICO – Dopo Juve-Lech Poznan, ricordate quel disastro in Europa League?, i tifosi della Signora si sarebbero strappati i capelli. Neanche un motivo per sorridere, ma forse era esagerato tirare la somme. In tre partite (Cagliari-Manchester City-Inter) la Juve ha messo su qualche bel mattone, il palazzo non trema. Se prima non c’era la minima parentela con Gigi Delneri, cugini di lontanissimo grado, adesso si sono quasi fidanzati. Hanno stretto un patto: lavoriamo, lavoriamo, lavoriamo. E poi: isoliamoci dalle critiche e da chi già ci vede fuori dai giochi. I segnali sono stati raccolti. Quando mi chiesero un pronostico – storia di un mese abbondante fa – posizionai la Juve tra le prime quattro. Sia pure in pieno cantiere aperto, non avevo dubbi sul fatto che Gigi si sarebbe messo di buzzo buono. Mentre qualcuno lo aveva etichettato: non è da Juve, è l’allenatore sbagliato. E qualche altro gli aveva fatto indossare il vestitino della sciagura: arriverà ottavo o nono.
Conosco Delneri da tanto tempo. Un giorno, dopo la promozione con il Chievo e un collegamento dalla sede Rai di Venezia, facemmo il percorso fino alla sua autovettura, mi raccontò il culto della famiglia, il credo calcistico, le convinzioni ferree. Lo hanno bollato in tanti, a margine delle esperienze con Roma e Porto, in modo ingeneroso: non aveva avuto il tempo. Ora gli chiedono Krasic più alto, per una sorta di 4-3-3. Glielo chiedono e forse, senza forse, non lo conoscono bene: il 4-4-2 è casa sua. Krasic potrà giocare più alto per un pezzo di partita, non ci sono dubbi, accadeva anche nella Sampdoria. Il 4-4-2 si trasformava in 4-2-4, ma nel rispetto di certi equilibri e di innegabili sacrifici tattici.
Adesso che assomiglia a Delneri, si tratta di capire come e quanto la Juve sia migliorabile. Si parla di un attaccante a gennaio, magari Benzema, oppure chissà chi. Credo che Marotta non si sia tolto dalla testa Dzeko e che cercherà di stringere in queste settimane di mercato a fari spenti (e quindi con maggiore libertà di azione). Fossi nella Juve prenderei un grande esterno a gennaio: Ziegler è un discreto interprete, ma sarebbe fantastico se Marotta piombasse su uno come Bale, possente e devastante interprete di sinistra. A quel punto, lo stesso De Ceglie cancellerebbe le ansie. E si alzerebbe il tasso qualitativo senza adattare il dignitoso Grygera. Poi ci sono le certezze: Krasic ha staccato il tagliando; Aquilani ha qualità; Bonucci non sarà un fulmine quando lo puntano, ma è un rispettabile difensore.
Ora che la Juve assomiglia a Delneri, lasciamola lavorare. Ci sarà il tempo per renderla rombante, degna delle aspirazioni di un popolo affamato di vittorie.
Fonte: Alfredo Pedullà per datasport.it
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