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Una maledizione dell’Olimpico non esiste, ovvio. Però subire nove gol in tre impegni casalinghi – contro Sampdoria, Lech Poznan e Palermo – non è certo cosa che fa bene alla salute. La Juventus lo sa, ci mancherebbe altro: stasera ci proverà il Cagliari, se non a mantenere inalterata la media, almeno a fare un altro sgambetto alla Signora. Il che, se accadesse, potrebbe anche far saltare la tregua che i tifosi hanno firmato con il presidente Agnelli, addirittura acclamando sotto la curva gli undici che avevano appena perso contro il Palermo: potere del nome di famiglia e di un’intensa opera di mediazione, visto che non risulta che gli ultras bianconeri siano andati a lezione di sportività per tutta l’estate. La Juve intanto becca gol in serie e le falle sono evidenti soprattutto sugli esterni difensivi: Motta è discreto dalla metà campo in su e basta, De Ceglie ha fallito e poi si è infortunato, Traorè è già in infermeria, Grygera un onesto manovale e nulla più. Risultato: oggi a destra potrebbe esserci Leandro Rinaudo, ultimo acquisto agostano che non era titolare inamovibile nemmeno a Napoli. Qualcosa bisognerà insomma pur fare per evitare di dovere segnare quattro gol per vincere una partita. Ai margini restano nel frattempo sia Salihamidzic che Grosso, guarda caso di professione esterni. Marotta & C. hanno fatto di tutto per sistemarli altrove e liberarsi così dei quasi 4 milioni di stipendio che i due percepiranno fino a giugno: non ci sono riusciti e da un paio di settimane loro sono tornati ad allenarsi con la squadra. Potrebbero risultare utili? Forse sì e forse no. Il curriculum parla per loro: il bosniaco, prelevato a costo zero dal Bayern Monaco tre stagioni fa, ha vinto sei volte la Bundesliga, una Champions e un’Intercontinentale, mentre l’ex azzurro è stato l’eroe di Berlino alzando poi trofei con Inter e Lione. In bianconero, il giramondo e poliglotta «Brazzo» non ha mai rotto le scatole adattandosi a jolly buono per tutti gli usi, sia a centrocampo che in difesa: non è colpa sua se la gestione precedente gli ha garantito uno stipendio superiore ai due milioni e se l’anno scorso è stato appiedato da mille inconvenienti. Per avere Grosso, invece, Secco e Blanc hanno battagliato a lungo con il Lione garantendo infine al giocatore – che si diceva sponsorizzato da Lippi – un contratto fino a giugno 2012: l’anno passato non ne ha azzeccate molte ma, vista la pochezza attuale, magari verrebbe ancora buono. E comunque entrambi sono a libro paga: corrono, sudano e aspettano. «Per ora la situazione non cambia», è la frase che esce da casa Juve. Potrebbe mutare, insomma, solo se si dichiarasse il fallimento della difesa e Del Neri non sapesse più da che parte girarsi. «È un problema di attenzione e aggressività che in certe situazioni di gioco potrebbero essere importanti per non subire giocate abbastanza semplici – ha spiegato ieri il tecnico -. Dobbiamo imparare a concedere meno. Finora abbiamo sempre preso gol con la difesa schierata, non c’è mai stata un’occasione in cui la squadra fosse messa male o in inferiorità numerica. Dirottare Chiellini a sinistra? Non mi piace l’idea di spostare tanto per farlo». Avanti più o meno come al solito, allora, con Rinaudo forse al posto di Motta e basta. Di sicuro Del Neri non si è calcisticamente innamorato di Salihamidzic e Grosso come è invece avvenuto con Krasic «per le folate e le accelerazioni che ha. Il 4-4-2 è il modulo giusto per esaltarlo, ma l’importante è che ci sia equilibrio in campo. Siamo Del Piero-dipendenti? No, forse più Krasic-dipendente. Alex sta facendo il suo con l’aiuto dei compagni, ma noi dobbiamo imparare a vivere con e senza di lui». E stasera, probabilmente, toccherà a Iaquinta fare coppia con Quagliarella per inaugurare una settimana da brividi che proporrà poi Manchester City e Inter.
Fonte: Il Giornale.it
La redazione di Calciomercatonews.com




Fabio Alberti

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