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Real Madrid, Mourinho punge Guardiola: “Chi gioca col Barça usa squadra B”

REAL MADRID – «Se hai avversari ai quali regalano le partite sarà molto più difficile vincere la Liga». Josè Mourinho non si smentisce e dopo settimane di silenzio accende la prima provocazione da quando è sbarcato a Madrid tornando a pungere gli avversari. Questa volta nel mirino manco a dirlo ci sono i rivali del Barcellona. «Certo è che se chi gioca contro il Barca lo fa usando la seconda squadra per noi le cose si complicano» ha rilanciato lo Special One oggi nella conferenza stampa che precede la trasferta di domani contro il Levante. Il riferimento è allo Sporting Gijon che l’altro ieri al Camp Nou ha fatto otto cambi rispetto alla gara precedente. «Per vincere la Liga dovremo avere molti punti. Non so quanti, ma di sicuro molti» ha aggiunto Mourinho, sempre pronto ad alzare la voce per difendere i suoi giocatori e allontanare le critiche. Tipo quelle planate addosso a Cristiano Ronaldo accusato di essere troppo egoista. «Un ‘9’ deve essere egoista – l’arringa difensiva dello Special One – È un egoismo positivo e una grande caratteristica degli attaccanti che segnano tanti gol». E già che c’era ha difeso anche Benzema («merita più attenzione») e Higuain («lui in crisi? Ma ha segnato in Liga e in Champions, ci sono attaccanti che fanno un gol in sei mesi…»). La risposta dell’allenatore catalano Pep Guardiola non si è fatta attendere, anche se molto più diplomatica e dai toni anche meno accesi del portoghese. «Tutte le squadre meritano rispetto…» le sue parole, quasi a evitare la rissa verbale. D’altronde la fama di provocatore Mourinho se l’è costruita sul campo. In Italia si presentò dicendo che non era un ‘pirlà, ingraziandosi così la platea milanese, per poi concludere coniando addirittura un neologismo come gli ormai famosi «zero tituli» pronosticati contro avversari troppo agguerriti. Una profezie la sua che si è puntualmente avverata. E a compimento di un ciclo che per lui era chiuso nei giorni scorsi rispondendo, questa volta garbatamente, al suo ex presidente Massimo Moratti che aveva detto si era sentito «tradito», ha glissato definendo le parole del n.1 nerazzurro «quelle di una persona che mi vuole bene e che sa che gli voglio bene, una dichiarazione da amico. All’Inter ho dato tutto». Intanto, però, anche lontano (finora) dalle polemiche, Mourinho conferma la sua fama di vincente e il suo Real è già primo. «L’importante è la squadra si va formando e si fa formando vincendo…». E tanto per non smentirsi Mourinho ha pubblicamente fatto l’elogio del giardiniere che ha rifatto il manto erboso del Bernabeu: «È stato fantastico, un fenomeno». E lui di n.1 se ne intende.

Fonte: ANSA

La Redazione di Calciomercatonews.com




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