INTER – Che dire quando dopo 4 giornate una squadra che i poveri illusi giudicavano a fine ciclo è già prima da sola in classifica col doppio dei punti di quella che doveva surclassarla? Quando batte 4-0 il Bari che alla prima giornata aveva subito fatto piangere una rivale come la Juventus ? E Che dire di un allenatore costretto, a differenza di tutti gli altri a giocare non solo il tradizionale campionato di Serie A, ma pure quello, del tutto assurdo, del confronto con un predecessore che il Triplete e carisma personale hanno reso un mito? Già che dire? Niente di particolare, perché siamo solo all’inizio di un libro ancora tutto da scrivere, ma è già bellissimo accorgersi che nei fatti non è cambiato niente. L’Inter è ancora prima con gli stessi punti di un anno fa e con un bel 4-0 all’attivo come un anno fa. Da Mourinho a Benitez per ora pare proprio che non sia cambiato nulla. Terza vittoria consecutiva e ottima prestazione, come a Palermo, con Eto’o sempre più impressionante, arrivato a 8 gol in 7 partite che diventano 12 in 9 contando pure le doppiette nelle due partite con il Camerun. E, finalmente è tornato pure Milito: lo sapevo, lo sentivo e lo avevo detto, azzeccando pure il numero dei gol con il Bari: 2. Perché Milito, a differenza di Paganini, quasi sempre si ripete. Tutti coi piedi per terra e non giù per terra, come altri, noi solo con i piedi, perché la strada è talmente lunga che neppure s’intravedono le prime curve. Ma che bella Inter, però e che bravo, ancora una volta Benitez a sostituire Eto’o stavolta, a metà ripresa, giusto per dimostrare al rinfrancato Milito e al suo procuratore Hidalgo che s’improvvisa Raiola senza averne l’indole che non tocca solo a lui lasciare il campo anzitempo. Mossa da grande psicologo, ancor prima che da grande allenatore. ‘Troppo grati per non aspettarti. Diego Milito, la Nord è con te’ recitava lo striscione in curva e lui in 27 minuti, imbeccato da una spaventosa accelerazione di Eto’o una delle tante, ha risposto inzuccando il primo gol. A pochi minuti dal fischio finale arriva pure la doppietta per El Principe, in contropiede su assist di Stankovic, brillante al posto Zanetti come a Palermo al posto di Sneijder. In mezzo ai gol scacciacrisi di Milito, i due rigori concessi nella ripresa dall’arbitro Mazzoleni e trasformati da Eto’o nel giro di dieci minuti. Ineccepibili: il primo per un fallo di mano suicida di Rossi quasi simile a quello dell’udinese Angella, il secondo per un inutile fallo di Rivas su Lucio che se ne stava uscendo dall’area barese. L’Inter ha tremato seriamente solo dopo venti secondi dal calcio di avvio, quando Almiron a centrato in pieno il palo con i nerazzurri ancora presi a sistemarsi in campo. Poi Milito, Sneijder e Maicon hanno pure trovato il tempo di sbagliare altri gol. La straripante forma di Eto’o sta portando l’Inter ad essere sempre più devastante sulla fascia sinistra, dove persino Chivu si è concesso numerose sortite, mentre fino a ieri ci si appoggiava a destra, su Maicon, stasera quasi ignorato, forse perché è l’unico ancora un po’ indietro di condizione, ma presto arriverà pure lui. Dietro si è tornati a rischiare poco, anche quando Samuel, infortunato, ha lasciato il posto a Cordoba dopo poco più di mezz’ora. Davanti si gioca più spesso la palla a terra ed è anche per questo che Eto’o è così devastante. Come non bastasse, mi pare che con Benitez si arrivi più facilmente in porta che con Mourinho. Insomma che dire? Ad un mese dall’inizio della stagione, piedi saldamente piantati a terra: il prossimo trittico con Roma, Werder Brema e Juventus ci dirà se siamo davvero quelli di qualche mese fa: in tal caso prevedo le solite grandi cose, con i pessimisti sempre nel mare aperto di cazzate del calcio parlato. Prima o poi un rimorchiatore andrà a prenderli, sempre che interessino a qualcuno.
Fonte: Gian Luca Rossi per qsvs.it
La Redazione di Calciomercatonews.com
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