Juventus, l’intervista a Ciro Ferrara

JUVENTUS –Ciro Ferrara, in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, parla della Juventus di ieri (la sua) e di oggi.

«Quando arrivai alla Juventus, alcune operazioni erano già state definite: penso a Fabio (Cannavaro, ndr), sul quale non ci sono obiezioni, ma penso anche a Diego. Per me Diego ha qualità rilevanti, è un calciatore di indubbio talento, però ha bisogno che gli venga costruita una squadra che possa assecondarlo. Non penso sia possibile chiedergli di adattarsi a un sistema diverso da quello che sa interpretare ».
Lei non lo avrebbe comprato?
«Io non lo avrei ceduto, intanto. Però, capisco: perché, avendo la Juventus scelto di tornare al passato, quindi di affidarsi al vecchio modulo, di veniva complicato inserirlo. Un po’ il discorso esatto e contrario fatto al l’epoca del mio insediamento».
Sembrava fosse quasi tutta colpa sua e anche di Diego.
«Il tempo l’ha dimostrato. Le difficoltà di Diego erano quelle di tutti».
Il ciclo vincente è finito?
«Purtoppo, sì. La squadra che trionfava in Italia e in Europa appartiene al passato, la ricostruzione passa attraverso un periodo più o meno lungo. Ci vuole comprensione, serve calarsi in questa normalità che non è da Juventus, perché la storia insegna che in bianconero gli anni ruggenti superano di gran lunga quelli complessi. Si deve anche incidere sulla mentalità».
A panchine come siamo messi?
«Per il momento, tanto divano, da vanti alla tv. C’è stato qualche contatto prima che cominciasse la stagione, poi più nulla. Aspetto con fiducia. Mi piacerebbe un’esperienza all’estero».
A proposito, se ne è andato in Inghilterra.
«Ho avuto modo di studiare: Mancini, Ancelotti, Ferguson e Zola. E ora mi rimetto a girare. Chiederò a Ventura di farmi osservare la sua settimana-tipo di allenamento, per ché quel Bari gioca veramente un gran calcio».

Fonte: CorrieredelloSport

La Redazione di Calciomercatonews.com


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