MILAN – Zlatan Ibrahimovic, guascone e genuino, finisce a volte per esagerare. Circolano diverse leggende sulla faccia tosta non inferiore alla classe, per esempio la presentazione choc nel primo giorno dentro uno spogliatoio-santuario: «Io sono Zlatan, e voi chi c… siete?». Incredibile. Eppure, conoscendo il personaggio, possibile. Frase mai smentita, però nemmeno mai documentata. Documentatissime, invece, le stilettate ad Arrigo Sacchi – bello della diretta e poi gusto del rimbalzo internet -, meno irriverenti ma egualmente testimoni d’un tipo che non le manda a dire e sa farlo senza scomporsi né agitarsi. Ora, non è opportuno replicare duro alle critiche se ti strapagano per giocare a pallone, non è educato tacciare l’interlocutore di parlare troppo ed è supponente concludere che basta non guardarlo se non piace come gioca, il tutto ricambiato da balbettii stupiti e, solo alla fine, da un blando invito a imparare le buone maniere. Resta tuttavia un dubbio sul caso specifico, una riserva sul critico inchiodato che è pari alle riserve sul centravanti permaloso. Ci chiediamo infatti se è giusto, compatibile e corretto, al di là delle eccessive reazioni suscitate, che un dipendente della Federcalcio continui tranquillamente a distribuire opinioni e commenti tra televisione e carta stampata. Sarebbe permesso ad Abete o a Valentini, a Prandelli, a un altro tecnico o dirigente azzurro? Esagerato, Arrigo. Esattamente come Zlatan.
fonte: corriere dello sport
la redazione di www.calciomercatonews.com