ROMA – Due giornate di squalifica per Nicolas Burdisso, nella motivazione scritta dal giudice sportivo Gianpaolo Tosel c’è la risposta ai dubbi sollevati dall’Inter. Ha scritto l’ex procuratore capo della Repubblica di Udine: il difensore giallorosso è stato squalificato «per avere, al 21’ del primo tempo, commesso un grave fallo di giuoco con conseguenze lesive per il calciatore avversario » . Posto che i giudice decide sulla base dei referti che arrivano dall’arbitro (in questo caso), dai collaboratori della Procura federale o della Lega, non poteva esserci sanzione diversa, seguendo sia il Codice di Giustizia Sportiva, sia quello che lo stesso Tosel ha sempre applicato.
DISCRIMINANTE L’articolo di riferimento è il 19 del CGS, quello che regola le sanzioni a carico dei dirigenti e dei tesserati delle società (quello che alcuni chiamano, scherzosamente, il tariffario perché lì sono regolate le sanzioni in base alle scorrettezze commesse). L’Inter, sul suo sito, ha fatto notare come non fossero stati ravvisati « gli estremi della condotta violenta » e quindi niente sanzioni che prevedono, come pena minima, « la squalifica per tre o cinque giornate» . La condotta violenta, però, ha connotati precisi, identificabili, non rapportabili al comportamento, comunque scomposto e pericoloso, di Burdisso. Tutto ruota attorno alla parola intenzionalità.Ben presente proprio nel caso della condotta violenta, dove c’è una volontà lesiva, dove l’intervento commesso da un calciatore nei confronti dell’avversario è avulso dal gioco ma è comunque teso a far male ( e nel caso, c’entra poco che il comportamento tenuto produca o meno effetti).La pena sono tre giornate o ( nei casi gravi) cinque.
CONGRUA – La volontà di Burdisso era, però, altra ed è facilmente verificabile. L’intenzione di Burdisso era quella di evitare una chiara occasione da gol, il suo intervento, scomposto sicuramente, voleva solo limitare le conseguenze “ sportive” dell’azione di Daniele Conti, che si era trovato da solo davanti a Julio Sergio. Un comportamento che rientra nel fallo grave di gioco, nel qual caso l’azione del giocatore che lo commette è priva della volontà di fare male ed è funzionale al gioco. Nel caso di espulsione conseguente ad un fallo di gioco, la sanzione applicabile è una giornata. Tosel, però, leggendo il referto, ha ravvisato le condizioni per applicare le aggravanti: il fallo è stato giudicato «grave» , con «conseguenze lesive» . Tradotto: una giornata in più.
Fonte: Corriere dello Sport
La redazione di Calciomercatonews.com
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