Juventus – E’ però singolare, e sicuramente prematuro, che proprio il tecnico abbia ritirato la Juve dalla corsa scudetto, ritenendo il tricolore un affare di altri. Se così fosse, se davvero la Juve non si dovesse sentire iscritta alla corsa ( e sarebbe sbagliato), vorrebbe dire la certificazione degli errori commessi. Appena due anni fa, non due secoli fa, la Juve decise di cambiare indirizzo tecnico per aver conquistato… soltanto il secondo posto. Lo scorso anno, per questo, sono state spese decine di milioni di euro: sapete come è finita. Ma stavolta, l’imperativo era uno e uno solo: salvare tutto quanto c’era di buono, mettere dentro altra benzina e provarci. Provarci ad avvicinare l’Inter e le sue concorrenti. Invece, no. Dopo appena due giornate Del Neri ci dice che lo scudetto non è roba per la Juve. Discorso impossibile da condividere. Perché non si capirebbe, allora, come mai sia stata spesa una sessantina di milioni solo per Pepe, Martinez, Krasic e Quagliarella e non si capirebbe a quale corsa si è iscritta la Juve. La Juve, come tutti, non « deve » vincere lo scudetto; ma la Juve, anche questa Juve, per definizione, ha l’obbligo di partecipare alla corsa. Senza avanzare alibi e mettere le mani avanti. E non può bastare il malinconico dato di una Juve – un punto in due partite – che non partiva così male da 48 anni. Ci pensi Del Neri nel giorno, strano scherzo del destino, in cui il «suo» vecchio Chievo ha conquistato la vetta della classifica. Evidentemente, come ha riconosciuto Pioli, a Verona ci devono essere un clima speciale e una società che sa quello che vuole e capisce di calcio. Perché sono cambiati i giocatori, sono passati gli allenatori, ma il club è sempre lì, capace di far parlare di sé. La domenica ha sorriso, oltre che al Catania di Giampaolo, anche alla Lazio di Edy Reja, che ha cambiato la squadra, proponendo la difesa a quattro. Il prossimo passo dovrà essere quello di allargare le fasce con un 4- 2- 3- 1 differente dal 4-3-1-2 che è andato in scena ieri. Ma nel frattempo la Lazio ha conquistato, con un bel secondo tempo, una vittoria preziosa contro il Bologna, che è partito bene, ha fatto vedere di poter contare su un progetto affidabile, ma ha peccato nell’intraprendenza in avanti. Malesani ci avrebbe dovuto provare di più, invece di temporeggiare. Ha fatto bene invece ad andare dritto alla questione Reja che, prendendo spunto dal malumore di Matuzalem, ha richiamato tutti a una partecipazione maggiore alla causa. Non è più tempo di guardare a se stessi, ma di concentrarsi sull’obiettivo comune. E tra gli obiettivi comuni non può non esserci anche quello di capire cosa stia accadendo a Zarate. L’argentino sembra involuto e l’impressione è che abbia perso parecchia di quella sana sfacciataggine che gli permetteva di divertirsi e divertire. Con il miglior Zarate e valorizzando ancora di più Hernanes, la Lazio è una squadra che pur con qualche limite evidente in difesa – può fare molto, ma molto bene. E’ fondamentale dunque che tutti remino dalla stessa parte, perché in una stagione che sta facendo registrare le difficoltà delle grandi, si sta confermando la sensazione che avevamo manifestato prima del via del campionato: può esserci spazio per qualche sorpresa. L’esame importante arriva subito: sabato prossimo c’è la sfida con la Fiorentina di Mihajlovic, che ieri ha sferzato duramente la squadra a cui è intenzionato a trasmettere tutta la sua grinta.
I Perché i valori ci sono, ma bisogna riprendere la rotta smarrita negli ultimi mesi di Prandelli. ntanto continua a incantare il Bari. Dopo aver battuto la Juve, l’ottimo e modernissimo Ventura si è tolto la grande soddisfazione di andare a pareggiare al San Paolo, giocando a viso aperto e riuscendo a rispondere anche a un gol nel finale del Napoli. Un Napoli che ha sicuramente le qualità per fare benissimo e competere per un posto in Champions. Lo sa perfettamente Mazzarri che, come Del Neri, è stato accontentato su tutto. E’ vero che il tecnico si sarebbe dovuto battere e adoperarsi per trattenere Quagliarella, ma in cambio – e non è assolutamente poco – ha avuto gente come Sosa e soprattutto Cavani. Per un Napoli di altissimo profilo.
Alessandro Vocalelli
fonte: corriere dello sport
la redazione di www.calciomercatonews.com
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