Regine del mercato, ma c’è da lavorare
E così il Milan è crollato a Cesena, travolto da tanti giovani sconosciuti e un vecchio centravanti – Bogdani – che sembrava, lui sì, Ibrahimovic, e la Roma è stata umiliata a Cagliari dopo quel folle gesto di Burdisso senior, che ha aperto una gamba a Conti junior (sempre in gol davanti a papà Bruno) regalando agli avversari un rigore e un uomo di vantaggio. Durissima da sopportare la cinquina del Sant’Elia, ora ci vorranno subito forza, coraggio e un po’ di lucidità in più per andare a Monaco, in casa del Bayern, a respirare l’aria di Champions. Per la cronaca, dai tempi di Zeman (maggio del ‘99 Roma-Inter 4-5) i giallorossi non perdevano subendo cinque gol: un triste primato per Ranieri.
Certe sensazioni emerse dopo l’unica domenica di agosto in cui si era giocato a pallone, sono state subito ribaltate non tanto dalla classifica – è troppo presto per guardarla – quanto dagli eventi. Da questa mini giornata è uscita a testa alta la nuova Inter di Benitez, ma solo per i tre punti conquistati contro l’Udinese, perché tra questa squadra e quella di Mourinho ci sono ancora differenze che dividono il giorno dalla notte. Un guizzo di Lucio, finalmente, poi un colpo di fortuna di Eto’o l’attimo dopo il rigore sbagliato davanti ad Handanovic e poco altro. Però è arrivata la vittoria e dopo la sconfitta di Montecarlo con l’Atletico Madrid e il mini- stop di Bologna non è male: pensate che cosa sarebbe successo, all’interno di un gruppo dove manca già la cattiveria agonistica di Mourinho, se non fossero arrivati questi tre punti. La sensazione è che Benitez sia ancora prigioniero del fantasma di Josè, di cui non riesce proprio a liberarsi: sta cercando in tutti i modi di cambiare un’Inter che giocava a memoria pur di far vedere che ci ha messo del suo, invece dovrebbe sfruttare la vecchia squadra e solo dopo, con calma, aggiungere qualcosa, magari sotto il profilo del gioco e dello spettacolo. Un po’ come ha fatto Bisoli a Cagliari raccogliendo l’eredità di Allegri. Per ora, invece, è un’Inter che diverte pochissimo: bisogna che lo spagnolo recuperi al più presto Milito, apparso talmente svuotato mentalmente da lasciare il rigore a Eto’o.
Ma un lavoro ancora più duro e complesso aspetta Allegri e Ranieri, usciti da questo sabato infernale sicuramente con le idee meno chiare e, comunque, con il morale a pezzi. Ma mentre il giallorosso ha l’attenuante del folle gesto di Burdisso che ha lasciato la Roma in dieci dopo venti minuti (resta solo il dubbio sul perché il tecnico abbia fatto uscire un capitano come Totti piuttosto che l’altrettanto offensivo Menez), il rossonero dovrà capire al più presto come riorganizzare il suo attacco dopo gli arrivi di Ibrahimovic e Robinho. L’abbondanza, imposta all’improvviso dal presidente Berlusconi, gli ha messo subito pressione e il risultato si è visto, al di là del pessimo rendimento di Ibrahimovic, capace di sbagliare anche il rigore della speranza: il campo ha detto che con Pato l’attaccante più in forma è Pippo Inzaghi, sacrificato troppo a lungo in panchina, e che la difesa non ha alternative all’altezza di scudetto e Champions. Se non ci sono Nesta ( assente) e Thiago Silva ( uscito nell’intervallo), che non sono certo uomini d’acciaio, son dolori, perché Bonera e, soprattutto, Papastathopoulos sono impresentabili su questi ambiziosi palcoscenici. A mercato chiuso, forse, viene da dire che il Milan avrebbe dovuto investire qualche milione in più per la difesa e qualcuno in meno per l’attacco, ma il tempo per essere smentiti c’è. Nel frattempo facciamo i complimenti al Cesena e al Cagliari – splendide realtà del nostro campionato – e godiamoci un’altra grande domenica di sport con la Ferrari regina di Monza tra la partita delle 12.30 (Brescia- Palerno), novità assoluta, e quelle del pomeriggio.
Fonte: Corriere dello Sport
Redazione Calciomercatonews.com