MILANO – Puoi cambiare tutto. Lavoro, casa, amici, partner. Ma la squadra del cuore no. Una filosofia, questa, che ormai appartiene al calcio di una volta. Oggi le grandi bandiere, fedeli alla maglia, sono sempre più rare.
Dopo il ritiro di Paolo Maldini, in Italia solo Javier Zanetti, Totti e Del Piero rappresentano ancora l’immagine del capitano devoto ai colori. Persino leggende dello sport, come Roberto Baggio, tradiscono la propria squadra, passando dalla Fiorentina alla Juventus.
Nel ’97 fa scalpore il trasferimento di Maurizio Ganz dall’Inter al Milan. In Spagna, i tifosi scendono in piazza nel 2000 per protestare contro il passaggio di Luís Figo dal Barcellona al Real Madrid. Dopo Ganz, i tifosi nerazzurri ricevono un altro colpo al cuore nel 2005. Christian Vieri, dopo aver segnato 103 gol all’Inter, si accasa dai cugini rossoneri. Un tradimento che brucia. Ma il colpo di grazia, i nerazzurri, lo subiscono due anni dopo: Ronaldo, uno dei giocatori più amati nella storia dell’Inter, si trasferisce al Milan. Una scelta imperdonabile, persino per il presidente Massimo Moratti che tanto l’ha coccolato e pagato.
Anche a Torino difficilmente perdoneranno Federico Balzaretti, passato dal vestire la maglia granata a quella bianconera della Juventus.
In Inghilterra ha fatto discutere un anno fa il trasferimento di Carlos Tévez dal Manchester United al City. Zlatan Ibrahimović, invece, per non sbagliare le ha provate tutte: Juventus, Inter e adesso Milan. Con una costante: l’amore giurato verso la società che lo paga.
Fonte: Qsvs
Redazione Calciomercatonews.com