CALCIOMERCATO MILAN – Gli ingaggi di Ibrahimovic e Robinho stanno entusiasmando a tal punto i tifosi del Milan che, ieri a Milanello, bastava guardare l’espressione di Galliani per rendersi conto di quanto anche lui fosse piacevolmente sconvolto, presumibilmente ripensando agli insulti e alle contumelie che si era preso da quando, non per colpa sua, annunciò che Via Turati aveva ceduto Kakà al Real Madrid. Boom di abbonamenti, pole position nel Gran Premio dello Scudetto secondo la schiacciante maggioranza degli osservatori, Inter costretta a vagheggiare un’operazione Kakà in gennaio per paparare i colpi dei Cugini, caccia ai biglietti per la Champions, euforia per i Magnifici Cinque (Ibra, Robinho, Pato, Ronaldinho, Inzaghi) che, a seconda delle circostanze diventano il Super Poker anche se, giustamente, Zlatan dice di considerare Superpipo “un fenomeno”. In questi frangenti, l’importante è non perdere la memoria e, sotto, questo aspetto, la Rete è provvidenziale. Vi ricordate quando Berlusconi sentenziò a Milanello: “Non credo esista un altro signore più ricco che venga qui e ci porti via kakà. E’ chiaro?” E vi ricordate il martellamento degli ultimi mesi, culminato il 20 luglio, sempre a Milanello, quando di fronte alla civile quanto clamorosa protesta dei Milanisti Non Evoluti, radunatisi in quasi 30 mila su Facebook, il Cavaliere ripetè sino alla noia che la strada dell’austerità era quella e da quella non si defletteva? Che chi contestava era un ingrato? Che Ibrahimovic era già stato vicinissimo al Milan nell’estate 2006, ma poi ci furono le sentenze di Calciopoli e le remore sulla “compatibilità ambientale” dello svedese con lo spogliatoio di Milanello? Ecco, quando ci si interroga sulle ragioni del clamoroso ribaltone di mercato del Milan bisogna tenere presente questi elementi e aggiungerne altri. 1) Berlusconi ha capito, anche per ragioni squisitamente politico-elettorali, che un altro anno da comprimario sarebbe stato devastante, dopo che i suoi sondaggisti di fiducia avevano certificato in “almeno il 2% in meno” i voti persi alle Europee in seguito alla cessione di Kakà. 2) I tifosi del Milan sono stati sicuramente abituati bene, ma non sono nè fessi né scemi: le panzane propalate al tempo di Kakà li hanno feriti più della partenza del brasiliano stesso. 3) Per ricostruire il rapporto fiduciario con il Cavaliere, avevano bisogno di una svolta spettacolore e spettacolosa sul mercato: l’hanno avuta. 4) Il Milan è il Milan. Dai e dai, Galliani è riuscito a coniugare l’oculata gestione del bilancio con le esigenze di potenziare l’organico e di essere competitivi in ciascuna delle manifestazioni in cui la squadra scende in lizza. Presentando Ibra e Robinho, il vicepresidente vicario ha assicurato che il loro arrivo “non peggiorerà con l’arrivo dei due assi”). Avevano ragione i tifosi.
Fonte: Xavier Jacobelli – quotidiano.net
La redazione di Calciomercatonews.com
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