ROMA – Quando oggi, alle 12.30, Rosella Sensi lo presenterà, Marco Borriello solleverà per la prima volta la sua maglia della Roma numero 22. Un appuntamento con il destino, quello tra l’attaccante e la squadra giallorossa, rimandato più volte. La prima nel 1994: dopo un provino sfortunato al Napoli (il cugino Gennaro Scarlato era nella squadra Primavera), Borriello fa visita a Trigoria. Nella capitale arriva con la scuola calcio “Carioca” di Barra per un test contro la formazione “Esordienti”, presentandosi con un gol, di testa, in anticipo sul portiere. Bruno Conti, responsabile del settore giovanile, vorrebbe tesserarlo, ma quel ragazzo di 12 anni è troppo magro per convincere al cento per cento. «Torna quando sarai cresciuto», gli ripete Conti dopo ognuna delle sette prove che si susseguono con la Roma. Un sogno infranto per l´attaccante dopo l´infanzia trascorsa a San Giovanni a Teduccio (Napoli) tra la tabaccheria della mamma Margherita (il papà Vittorio è stato ucciso quando Marco aveva solo 10 anni) e la vicina enoteca dove da adolescente lavorava portando l´acqua minerale insieme ai due fratelli, Piergiorgio e Fabio, anche lui calciatore e protagonista del reality show “Campioni”. Due anni dopo il “no” della Roma, però, arriva il Milan. Tutta la trafila delle giovanili, poi due anni a Treviso, primo di sette trasferimenti in prestito tra il ‘99 e il 2006. Per l´esplosione definitiva serve il passaggio al Genoa nel 2007.
Fonte: Repubblica
La redazione di Calciomercatonews.com
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