MILANO – Bentornato, zingaro. Bentornato a Ibrahimovic, al suo estro immenso, alla sua faccia da impunito, alle sue magie irridenti. Bentornato al ragazzo che — leggenda vuole — si presentò negli spogliatoi della Juve squadrando i senatori bianconeri con occhi torvi: “Io sono Zlatan. Voi chi cazzo siete?”. Sette anni dopo non è cambiato di una virgola anche se ora non ha più alcuna necessità di presentarsi: campione universale, di tutti e di nessuno. Il suo sbarco a Milano dopo un breve esilio in terra catalana e con l’ennesima maglia opposta – ma non chiamatelo traditore, come ogni vibrazione del cuore è per natura infedele – aggiunge pepe, curry, pimento e ogni altra spezia a un campionato che si annuncia assai vivace. Riequilibrato al vertice dall’arrivo del genio svedese e dall’attivismo della nuova Juve. E rafforzato alla base da una più saggia distribuzione dei diritti televisivi che ha consentito a parecchie squadre un’iniezione di talenti. Ieri pomeriggio l’ambizioso Genoa ha aperto le danze con una vittoria a Udine, impreziosita dal golasso di Mesto. In serata una Roma gagliarda impatta l’ex Antonioli e il Cesena in un divertente zero a zero. Oggi vedremo altre quattordici debuttanti, con la sfida tra Fiorentina e Napoli in primo piano. Domani, la prima andrà in scena per ultima: a Bologna (dove Colomba finisce impallinato prima di cominciare), l’Inter di Benitez dovrà zittire i mougugni e riprendere il cammino vincente dopo l’imprevista legnata di Montecarlo. Tutta roba buona, insomma. Ma l’evento più atteso va in scena stasera allo stadio Meazza e, per le bizzarrie di cui è pieno il pallone, riguarda il campione che giostrerà in tribuna. Decine di migliaia di milanisti, finalmente ringalluzziti, saranno lì ad abbracciare Ibracadabra e a osannare chi lo ha riportato in Italia, Adriano Galliani e Silvio Berlusconi, of course… Al loro ringraziamento si unisce l’intera comunità del giornalismo sportivo che, orfana di Mourinho, allontana così lo spettro “zeru tituli” (di prima pagina). Galliani ha compiuto un capolavoro di tessitura che va al di là del denaro e che, se tutto gira per il verso giusto, avrà un suo ritorno: d’accordo, Zlatan è costato un botto. Ma il prezzo del cartellino è scontato al massimo, l’effetto sugli sponsor è galvanizzante e, se mai Dinho decidesse di migrare, il monte ingaggi tornerebbe più o meno al livello attuale. Infine, che dire di Berlusconi? Appena due settimane fa aveva previsto, e predicato, vacche magrissime. La figlia Marina s’era spinta a proporre affitti ad equo canone per le star rossonere. Poi quando l’occasione s’è presentata, e ben ghiotta, ha mandato a quel paese il fair play finanziario e la coerenza riscoprendo la sua vera natura di capitano di ventura. Meglio così. Di un cavaliere penitente, buonista, prevedibile e castigato non sapremmo che farcene. A noi (nel calcio, almeno) piace così, quando decide d’istinto, mette mano al portafoglio e compra. In modo astuto e persino arrogante. Non per niente Galliani è il suo uomo. E Ibra, mago incantatore, il suo perfetto profeta.
Fonte: Gazzetta dello Sport
Redazione Calciomercatonews.com