ROMA – Parma-Spal, Cagliari-Bastia, Catania-Iraklis, Brescia-larissa, Pisa-Viterbese e ieri sera Pescara-Roma: sono ormai tante le partite che finiscono con scontri e feriti, con gli ultrà scatenati perfino nelle amichevoli. Torna l’allarme violenza negli stadi, mai come quest’anno erano stati così tanti gli incidenti nel pre-campionato. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni l’aveva anticipato già due mesi fa annunciando una serie di «correttivi» (più steward, tessera del tifoso obbligatoria e maggior attenzione nei confronti degli ultras a rischio). Il calcio dunque ripiomba nell’incubo: cosa succederà quando si giocherà per i tre punti? La situazione è allarmante, come confermato anche ieri dal Centro studi e ricerche sulla sicurezza pubblica, che ha ufficializzato che nell’ultima stagione gli incidenti sono aumentati del 20 per cento con più feriti sia tra le forze dell’ordine sia tra i civili. Una stagione, quella che sta per cominciare già «ad alto rischio» come dimostra questo infuocato calcio estivo. Partite che spesso di amichevole hanno poco o niente, come dimostrano gli ultimissimi episodi avvenuti. Risse in campo e botte tra tifosi. L’ultimo episodio ieri sera con incidenti prima e dopo l’amichevole della Roma a Pescara, finita con alcuni feriti e alcuni fermi dopo alcuni tafferugli. Insomma prosegue l’estate di violenza nel calcio italiano. In poche settimane gli episodi crescono via via di numero. Prima di Pescara c’erano stati gli incidenti allo stadio di Acquaviva, nel Comune di Montepulciano, con protagonisti i sostenitori del Pisa e della Viterbese il 4 agosto. Come in Abruzzo gli scontri tra ultrà sono avvenuti fuori dallo stadio e la polizia ha dovuto sparare in aria per disperdere le tifoserie che si stavano fronteggiando con coltelli e mazze. Arrestati una ventina di sostenitori della Viterbese accusati di rissa, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Uno di loro era già stato sottoposto a Daspo. In precedenza era toccato al Brescia essere coinvolto in una rissa a Storo, in Trentino, durante una amichevole con i greci del Larissa il primo agosto. Due espulsi, entrambi nelle file dei greci, tutti-contro-tutti al fischio finale dell’arbitro e alcuni tifosi bresciani presenti sulle tribune che scavalcano la recinzione per cercare di raggiungere i calciatori della squadra avversaria. Il giorno prima a Pinzolo, sempre in provincia di Trento, era stata sospesa al 70′ Catania-Iraklis, ancora una volta una formazione italiana contro una greca: dopo l’espulsione dell’argentino del Catania Barrientos, calci e spintoni e arbitro che manda tutti negli spogliatoi. Il 28 luglio altro episodio in Cagliari-Bastia a Villacidro, nel cagliaritano: la partita viene fermata al 31′ della ripresa per una rissa in campo. A innescare la prima «miccia» erano stati i tifosi di Parma e Spal. Due tifoserie divise da vecchie ruggini, puntualmente trasformatesi in violenza in un piccolo centro del Trentino, a Levico Terme, con un bilancio finale di un ferito con cinque punti di sutura alla testa e alcune auto distrutte. E poco importa che il tutto si sia ancora una volta consumato fuori dallo stadio. E dire che il «sogno» dichiarato del ministro Maroni è di togliere dagli stadi italiani le barriere di protezione e le reti che dividono i settori entro la fine della legislatura.
Fonte: ANSA
La Redazione di Calciomercatonews.com
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