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MILANO – Rispondo a quei telespettatori preoccupati per il futuro di Qsvs dopo le notizie allarmistiche dell’Ansa.
Tranquilli, cambierà qualcosa, ma il programma resterà lo stesso.
Mi spiego meglio. Un collega dell’Ansa legge il regolamento della Lega Calcio sulla nuova stagione sportiva per le tv locali e sobbalza: c’è scritto che è fatto “divieto assoluto di effettuare tele-audiocronache”.
Essendo un collega poco attento (per non dire di peggio) si dimentica il dovere etico-professionale di fare un paio di verifiche (con noi o con la Lega) e sentenzia: clamoroso, da quest’anno fine dei programmi di calcio la domenica sulle tv locali.
Avesse fatto lo sforzo di informarsi prima di scrivere, avrebbe scoperto che il “divieto assoluto di effettuare tele-audiocronache” c’è sempre stato.
Quindi nessuna novità: la frase è presente nei contratti con la Lega degli ultimi lustri.
Se poi avesse seguito un po’ i nostri programmi, lo sciagurato collega, si sarebbe accorto che non sono fatti di tele-audiocronache, ma che hanno la bellezza di 8 opinionisti in studio che commentano il racconto delle fasi salienti effettuato da un cronista. Dunque è un dibattito sulla partita con le fasi principali raccontate in diretta, ninet’affatto una tele-audiocronaca. Non a caso in tutti questi anni siamo andati in onda e abbiamo sempre rinnovato il contratto con la Lega Calcio.
La vera novità, invece, è che da questa stagione la Lega ci impedirà di accedere negli stadi con le nostre telecamere. Questo perché l’incompetente e petulante Giovanna Melandri ha ben pensato di varare, 3 anni orsono, un decreto legge che equipara la partita di calcio a un’opera dell’ingegno e non a un evento sportivo.
In questo caso, chessò, Milan-Inter, non viene più considerata sport ma cinema o teatro (non male per una ex ministra dello sport, vero?). Questo ha offerto il destro ai club per escludere le emittenti locali che prima avevano il diritto di cronaca, cioè di riprendere almeno gli spalti in quanto fonte di interesse colllettivo. Ora non più. Per Lega Calcio anche i tifosi sono proprietà dei club e quindi se li è letteralmente venduti.
Paradosso? Non ci credete? Invece è così. Chi paga il biglietto e va allo stadio, diventa attore della partita, al punto tale che la Lega se lo rivende alle tv che pagano per riprenderlo. Poi ci dovranno spiegare, magari, perché i biglietti costano sempre di più….
Ma non è finita. Volete restare ancor più a bocca aperta? Ascoltate: gli spalti ripresi durante le partite di campionato, sono stati acquistati dalla Rai. Sì, la Rai per la quale tutti paghiamo il canone e con una parte di esso è stata formulata un’offerta per avere l’esclusiva degli spalti tagliando fuori le emittenti locali.
Questa esclusiva, oltretutto, non verrà quasi mai esercitata, perché l’unico programma che ne fa uso è “Quelli che il calcio”, che però si collega e mostra gli spalti di serie A 2 o 3 volte in tutto, ma solo la domenica pomeriggio. Quindi, cari telespettatori che mi state leggendo, una parte del vostro canone è servita a dare alla Rai l’esclusiva degli spalti di Milano, Torino, Roma eccetera, che però non verrà mai esercitata. Quindi voi pagate perché vi sia tolto un servizio che prima avevate gratis attraverso le tv locali.
Serve altro per dire che è uno scandalo?

Fonte: Qsvs.it

La redazione di Calciomercatonews.com

Ruggieri

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