MILANO – I nerazzurri di Benitez hanno superato nettamente il Manchester City dell’ex Mancini. Ma come si presenteranno al via della prossima stagione dopo l’en plein di successi del 2009-2010? La società è stata «costretta», suo malgrado, a cambiare l’allenatore dopo le dimissioni di Mourinho. Ha assunto Benitez, tecnico esperto e di grande qualità. Rafa è sicuramente uno dei migliori allenatori del mondo, però eredita una situazione di non facile gestione. Dovrà sostituire l’istrionico e bravo Mou, non sarà semplice per i risultati ottenuti e per il feeling creatosi con squadra e tifosi. Rafa dovrà tirare fuori tutte le qualità tecniche umane e psicologiche in suo possesso. E sperare nell’aiuto del club e in una volontà vincente dei giocatori. Benitez, che sotto il profilo didattico e dell’organizzazione di squadra non teme confronti con nessuno, dovrà trovare una credibilità tecnica con calciatori che hanno vinto giocando un calcio diverso. Necessiterà della pazienza del club e della stima e motivazione dei giocatori. Rafa dovrà risvegliare l’interesse e l’attenzione anche di quelli che dopo un’annata faticosissima arriveranno meno motivati del solito. I nerazzurri, se supportati da una motivazione straordinaria, sono ancora i più forti in Italia e competitivi nel mondo. Se i nerazzurri riusciranno a ripetersi per intensità, disponibilità e volontà, sicuramente Benitez saprà dare loro un gioco convincente e vincente. La politica di Moratti sembra per la prima volta più tendente a un rientro economico, come è giusto, che a ulteriori investimenti. Fino ad oggi i movimenti in entrata sono solo relativi al giovane e promettente Coutinho e al ritorno di qualche giocatore per fine prestito (Obinna, Mancini, Biabiany). Troppo poco per un club che in questi 15 anni ha abituato diversamente i propri tifosi. Credo che Moratti voglia mettere a profitto le esperienze acquisite e rimanere protagonista senza svenarsi. La cosa è giusta, ma occorrerà una grande prova da parte sua e dei suoi collaboratori. Fino ad oggi si è parlato più delle cessioni di Burdisso, Maicon e Balotelli che dei probabili acquisti. La cessione di Balotelli sta suscitando dubbi e polemiche. Come può una società di élite privarsi del giovane italiano più interessante? Lo può fare unicamente se crede che le straordinarie qualità tecniche non siano supportate da professionalità, affidabilità e personalità adeguate. Il tempo dirà chi avrà ragione, sicuramente si vorrebbe che la migliore squadra italiana avesse più calciatori autoctoni e giovani.
fonte: gazzetta dello sport
la redazione di www.calciomercatonews.com
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