TORINO – Conosco Beppe Marotta da una vita, siamo amici e lo stimo da sempre. Ci siamo visti e incontrati molte volte e ho potuto valutarne il valore e le capacità. Beppe è un grande professionista, intelligente e preparato. Ama il calcio e attua la professione con serietà, entusiasmo e grandi intuizioni. Nel 2001 divenni direttore sportivo del Parma, la prima cosa che feci fu contattare Gigi Delneri: lo invitai a casa mia e gli chiesi di diventare l’anno seguente il nostro allenatore. Racconto questo per dimostrare la grande considerazione che ho per questo allenatore/maestro. Gigi didatticamente è di sicuro uno dei più bravi in assoluto: le sue squadre hanno un’identità certa ed un loro stile. Il gioco che Gigi insegna è moderno e armonioso, le conoscenze sono quelle del calcio totale. La collaborazione, la sinergia e la capacità di essere costantemente collegati sono la regola. Beppe e Gigi sono i migliori acquisti della Juventus del giovane presidente Andrea Agnelli. Non conosco il figlio di Umberto, ma persone di fiducia me ne hanno parlato in termini elogiativi. Ebbene, su questi tre personaggi si ricostruirà la Juventus che i tifosi sognano dal dopo scandalo. Calciopoli ha lasciato un segno profondo, che forse la troppa fretta di ripartire ha ulteriormente peggiorato. Oggi la nuova direzione, aiutata in altre vesti dal bravo Blanc, deve pianificare qualcosa di nuovo e importante. Però questa ricostruzione è ostacolata pesantemente da una rosa composta da molti giocatori anziani e costosi ( Camoranesi, Del Piero, Trezeguet, Zebina, Legrottaglie, Grosso, Salihamidzic) o altri che non si sono inseriti o non sono adatti al modulo del tecnico (Diego, Felipe Melo, Poulsen, Grygera, Amauri). Tutti questi calciatori hanno contratti onerosi che impediscono al club l’acquisto di un paio di calciatori di valore certo (Dzeko e Burdisso?). È evidente che Delneri dovrà cercare il recupero di alcuni, come la società tenterà la cessione di altri per avere i soldi da investire e per agevolare il lavoro del tecnico. Però nessun giocatore desidera andarsene, occorreranno chiarezza e precisione da parte del tecnico. Oggi la società è ostaggio di contratti troppo lunghi e di scelte che non si sono sempre dimostrate vincenti. I due big dell’anno scorso, Diego e Felipe Melo, hanno deluso. Diego si sta impegnando al massimo, ma è di difficile collocazione nel modulo preferito da Delneri (4-4-2 o 4-2-4) e forse troppo macchinoso per il calcio italiano. Felipe Melo è stato acquistato come regista, ma è un incontrista davanti alla difesa, che si esalta nel rubare palla e nella lotta. In possesso palla possiede scarse idee: un centrocampo con lui e Sissoko è più portato alla distruzione che alla costruzione. Altri problemi potrebbero arrivare dall’involuzione del forte Amauri e dall’età avanzata di Del Piero e Trezeguet (se rimarrà). Nonostante tutte le incertezze e i dubbi relativi all’inserimento e valorizzazione dei nuovi, cioè Bonucci, Martinez, Lanzafame, Pepe, Storari e Motta, sono fiducioso. Confido nella voglia di riscatto dei vecchi e nell’entusiasmo dei nuovi, nella determinazione e capacità della società e nel gioco che Delneri saprà dare. Se poi arriveranno un paio di rinforzi importanti, la vecchia Juve potrebbe divenire una grande realtà.
fonte: gazzetta dello sport
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