MILANO – Quattro anni fa, giugno. Il Mondiale in Germania e Calciopoli. Da Brescia arriva una notizia: guardate che un ragazzo del Lumezzane ha fatto un provino per il Barcellona. Come si chiama? Mario Balotelli, con un t e con doppia elle finale. E’ italiano, ma ghanese. Anzi, è ghanese, maitaliano. Fa lo stesso. La dritta finisce a pagina 31, due colonne con piccola foto. Poi ai primi d’agosto Chievo-Lumezzane, amichevole a Desenzano: sulla fascia destra del «Lume» impazza un sedicenne, Mario Balotelli, quello dei quattro giorni al Barça. Tanti osservatori in tribuna, però il destino è scritto: il ragazzo se lo piglia l’Inter, che brucia Chelsea, Fiorentina e Barcellona. Sono passati quattro anni, ma sembrano quaranta. In 1500 giorni di Inter, il «Balo» ce ne ha fatte vedere di ogni. Le balotellate Il rigore decisivo contro la Samp nella finale Primavera. La doppietta alla Juve in Coppa Italia. Quella alla Roma in campionato, con gesto a zittire i tifosi romanisti che lo provocano con cori razzisti. La super prestazione nel giorno dello scudetto a Parma. Il gol al-l’Anorthosis in Champions, poco più che 18enne. Il gol al Rubin Kazan nell’ultima Champions. La maglia buttata via dopo l’andata col Barcellona. La maglia del Milan indossata a «Striscia la Notizia». La fuoriserie nera tipo Diabolik. Una serie impressionante di fidanzate, di tutti i tipi ed età. La vacanza siciliana in campeggio. Le pistolettate in piazza della Repubblica. Il coro «Milan Milan» nello spogliatoio dell’Inter. Gli occhialoni modello tronista. Le gite a Gardaland. I musi lunghi con Mourinho. I viaggi in Brasile, a incontrare i bambini delle «favelas». Il calcione preso da «nonno» Totti. L’esame di maturità con contorno di polemiche. La procura a Mino Raiola, lo stesso agente di Ibrahimovic. Ecco, Mario, stai in campana: sul campo, al City, vedi di non incartarti come Ibra al Barcellona. Per il resto, fai come ti pare. A 20 anni (da compiere) il resto è mancia
Fonte: Gazzetta dello Sport
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