Caso Totti, l’editoriale del Corriere dello Sport: “Giustizia da ridere”

ROMA – Con una celerità che gli fa onore, il procuratore fede­rale ha deferito Totti per aver detto « Mi hanno rubato due scudetti». La frase incrimina­ta è di pochi giorni fa, esatta­mente di martedì: 72 ore per un deferimento. Roba da giu­stizia che funziona e colpisce subito, potrebbe dirsi. Erava­mo abituati ad altro: di recente sono stati deferiti e squalifica­ti il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini ( poi giu­stamente assolto in appello) per una vicenda del 2002, non­chè l’ex presidente del Napoli, Salvatore Naldi, per una storia del 2004. Siamo dunque passa­ti da 8 anni a 72 ore, ed è abba­stanza sorprendente. Secondo aspetto bislacco del­la vicenda: Totti è stato deferi­to perchè ha evidentemente of­feso qualche altro tesserato, del quale peraltro non ha fatto il nome. A dir la verità, il capi­tano giallorosso aveva fatto una battuta. Ad una domanda (c’è un frate che dice che alla Roma hanno rubato due scu­detti) ha risposto ridendo: «Da frate dico che mi hanno rubato due scudetti». Insomma, Totti scherzava, ma il procuratore deve aver pensato che spesso scherzando si dice la verità. Non risulta che sia stato invece deferito il dirigente dell’Inter, Marco Branca, che lo stesso giorno ha così replicato a Totti: «E’ vittima della calura esti­va». Evidentemente questa fra­se non è stata giudicata offensi­va, eppure non risulta che Branca l’abbia detta ridendo. Insomma, giustizia improv­visamente celere e anche ab­bastanza discriminatoria. Ma c’è almeno un altro episodio che non va dimenticato. Un an­no dopo aver compiuto un «mi­sfatto » (a proposito di celerità), il presidente dell’Inter, Massi­mo Moratti, è stato prima defe­rito (peraltro in gran segreto) e poi squalificato. Così ha com­mentato il provvedimento: «Ho molto rispetto per i giudici, ma molto meno per la Federazio­ne. Aveva proprio ragione Mourinho a sostenere che que­st’anno sarebbe stata molto più dura e che ce l’avrebbero fatta pagare». Moratti non è mai sta­to deferito e non rideva men­tre offendeva la Federazione. Per concludere: giustizia cele­re, discriminatoria e, soprat­tutto, da ridere.

Fonte: Corriere dello Sport

Redazione Calciomercatonews.com

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