MILANO – Si raduna il Milan. Fino ad oggi i movimenti sono stati pochi e non eclatanti (Amelia, Yepes e Papastathopoulos in entrata, Dida e Favalli in uscita). I tifosi sono preoccupati. Alcuni mi chiedono spiegazioni su piani, a parer loro, poco chiari. Altri si lamentano della mancanza di investimenti. In generale, sono avviliti e perplessi. Percepiscono una società ostaggio della propria generosità (vedi contratti eccessivamente lunghi) ed incoerente nell’acquisto di giocatori cari e in fase calante. Altri sostengono che manca un progetto che crei entusiasmo. Mi dicono: se ci sono meno soldi, almeno che ci siano più idee e si punti sui giovani. In generale si percepisce un avvilimento aggravato dai successi ed investimenti roboanti dei cugini interisti. Il popolo rossonero non contesta rumorosamente ma si sente deluso da una società una volta moderna ed innovatrice e ora diventata un club conservatrice. Alcuni mi dicono che la politica dei vari Rivaldo, Ronaldo, Ronaldinho, Vieri, Emerson eccetera ricorda quella del Napoli e della Roma degli anni ’50 e ’60 (Altafini, Sivori, Angelillo…). Sono sconcertati, anche se nutrono rispetto verso dirigenti che hanno dato tante soddisfazioni. Mi chiedono di Allegri con la speranza che abbia la bacchetta magica e possa trasformare calciatori avanti negli anni in ragazzotti. Personalmente, credo che si debba avere un grande rispetto verso Berlusconi e Galliani. Hanno dato tanto a questo club e hanno dimostrato grande competenza e mestiere. Meritano gratitudine eterna. Anche in pianificazioni non sempre convincenti o acquisti dubbi per età e professionalità, sempre hanno trovato le soluzioni per venirne fuori al meglio. Berlusconi ha ragione nel volere un club autosufficiente, che vada avanti con le proprie gambe (tra qualche anno sarà obbligatorio per partecipare alle Coppe). Inoltre, essendo Presidente del Consiglio di un Paese che soffre una grave crisi economica, non può e non deve buttare soldi per il calcio, «la cosa più importante delle cose non importanti». Però Berlusconi e Galliani devono continuare ad essere dirigenti brillanti e all’avanguardia, come quando andavano ad ingaggiare allenatori sconosciuti e ne facevano grandi protagonisti. Continuare a esser ricchi di idee e inondare i propri tecnici di energie e certezze, senza mai togliere loro autorevolezza, ingaggiare giovani ricchi di passione. Oggi i tifosi desiderano un progetto tecnico più chiaro per ritornare a sognare. Possibilmente una squadra con un buon gioco. Abbiano pazienza e fiducia: tutte le alternative (arabe e russe) sarebbero illusorie. Berlusconi e Galliani si dimostreranno ancora una volta degli splendidi innovatori.
fonte: gazzetta dello sport
la redazione di www.calciomercatonews.com
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