MILANO – Lo scorso anno l’Inter pensava di essersi sbarazzata del “nemico” Mino Raiola, procuratore dei vari Ibrahimovic e Maxwell, entrambi passati al Barcellona. Lo svedese durante la stagione fu colpito da “strani” mal di pancia, Massimo Moratti a fine stagione decise di ragionare più con la testa che con il cuore e avallò la cessione di Ibracadabra con tanto di sorriso targato Mino Raiola. Il campo, come sempre, ha poi dimostrato chi ha fatto il vero affare…
Mario Balotelli con Zlatan Ibrahimovic ha in comune il talento, un caratterino niente male e soprattutto lui, Mino Raiola. A differenza dello svedese, SuperMario ha 9 anni di meno, nell’Inter ha mostrato sprazzi di grande classe abbinati a mal di pancia in stile Ibrahimovic, con l’attore non protagonista (Raiola) sempre in prima fila. Durante la scorsa stagione il “cattivo” Josè Mourinho ha punito severamente lo scolaretto indomabile Balotelli, mettendolo dietro la lavagna più volte. I risultati hanno dato ragione al lusitano, anche se il giovane Mario non è cambiato per niente.
Ora il futuro di Balotelli dovrebbe essere accanto al buon Roberto (Mancini), il maestro che lo ha lanciato nel grande calcio italiano, lo ha coccolato (pure troppo) e che adesso vorrebbe riaverlo ai propri ordini nella grigia Manchester, con i colori del City. Molti quotidiani sportivi nazionali rivendicano il diritto del Made in Italy, supplicando Massimo Moratti a non cedere il giocatore azzurro. Sarà, ma quei 35/40 milioni di euro potrebbero rappresentare qualcosa di importante per l’Inter sia dal punto di vista del bilancio con la realizzazione di una maxi plusvalenza, sia dal punto di vista tecnico perchè gran parte di quel denaro verrebbe reinvestito sul mercato per comprare calciatori del calibro di Mascherano, Giuseppe Rossi…
E allora dove è il problema? Certo, Balotelli potrebbe diventare in poco tempo il più forte giocatore al mondo, le qualità fisiche e tecniche non si discutono, ma non sempre vincono i migliori, non sempre un talento svogliato riesce a superare un “faticatore” del pallone. I Mondiali del 2006 che ci ha visto protagonisti dovrebbero far riflettere tutti, quella squadra forgiata da Lippi non era certamente la più forte nel panorama Mondiale, ma sicuramente era quella più unita. Qualche giorno fa Josè Mourinho ha parlato della sua Inter, ha dichiarato di aver vinto con un grande gruppo che non era il più forte dal punto di vista tecnico. In quel gruppo Balotelli, diciamoci la verità, non c’è mai stato.
Claudio Ruggieri – www.calciomercatonews.com
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