TORINO – Ci sono ancora tracce dell’infatuazione di un anno fa. Niente di strano. Tra Diego e il mondo-Juve è stata passione vera. Superficiale forse ma intensa. Ricordate? Dopo i due gol del fuoriclasse brasiliano all’Olimpico contro la Roma, i paragoni con Platini e Zidane accendevano i dibattiti e l’immaginazione dei tifosi. E nessuno li considerava irriverenti. Dodici mesi dopo la società bianconera ha cambiato quadri dirigenziali e progetto tecnico. La nuova Juve è andata di fretta, con il chiaro proposito di recuperare il tempo perduto. Ha comprato molto e ha speso molto. Più o meno tutto il budget a disposizione. Il risultato? Non sono arrivati fuoriclasse di caratura mondiale ma giocatori di buona levatura e perfettamente in linea con il 4-4-2, che è il marchio di fabbrica di Gigi Delneri. Oggi la Juve ha ben chiaro in mente come giocherà. Un piccolo ma prezioso vantaggio rispetto alla concorrenza. Un passo indietro, torniamo a Diego. Il talento brasiliano non ha cittadinanza dentro il modulo bianconero. Certo, può adattarsi. Come? Può operare da esterno di fascia sinistra. Lo ha già fatto con risultati alterni nella gestione-Zac. Adattato, appunto. Il titolare, il neo acquisto Martinez, ha caratteristiche completamente diverse. Oppure può essere schierato da seconda punta. Esperimento già tentato nello scorso campionato. Il brasiliano ha alcuni movimenti dell’attaccante, ma non garantisce un adeguato numero di gol. Tanto per essere chiari: non ha niente a che vedere con una seconda punta tipo Cassano. Diego, in realtà, è un centrocampista offensivo che ha la corsa giusta per aiutare i compagni in fase di copertura e che ha bisogno di partire da lontano per andare poi a cercare la porta avversaria. Caratteristiche che non si sposano con il 4-4-2 classico di Delneri. Sommando i dubbi tecnici con le esigenze economiche il risultato è chiaro: Diego va ceduto. Se possibile a titolo definitivo (per fare cassa) o in alternativa quale contropartita per arrivare al giocatore che il direttore generale Marotta sta ancora cercando. L’ultimo tassello del nuovo mosaico bianconero. Il brasiliano, nonostante la mediocre stagione juventina, ha ancora un certo appeal sul mercato estero. Ed è l’unico vendibile ad alti livelli dopo il fallimento di Felipe Melo al Mondiale in Sudafrica. Il sacrificio di Diego può servire per arrivare alla prima punta da venti gol sicuri (Dzeko?) o a un altro esterno di statura internazionale (Krasic). La Juve che va di fretta non cerca infatuazioni di un’estate ma rapporti duraturi.
Fonte: Gazzetta dello Sport
La redazione di Calciomercatonews.com
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