TORINO – Due mesi. Sono trascorsi meno di due mesi da quando la Juve ha chiuso la peggiore stagione dei suoi ultimi 48 anni. La rivoluzione è ancora in corso, il mercato pure, il grande colpo deve arrivare e Marotta ha l’arduocompito di sfoltire l’organico che ha portato ai pessimi risultati della precedente gestione. Eppure, c’è un signore che è già stato capace di ritagliarsi un ruolo da protagonista, con uno stile e un approccio inconfondibili, perchè di cognome fa Agnelli.
La sobrietà e la determinazione sono i due tratti salienti del primo periodo di presidenza di Andrea, figlio di Umberto, consapevole della gravosità dell’incarico che ha assunto e altrettanto deciso a riportare la Juve ai vertici del calcio. La strada è lunga e lastricata di ostacoli, ma il successore di Blanc l’ha imboccata con il piglio di chi intende arrivare sino in fondo. Il bagno di folla che la gente bianconera gli ha riservato, a suo arrivo a Pinzolo, non è stato nè un atto dovuto nè un omaggio scontato. L’era di Blanc è stata così catastrofica che i suoi effetti collaterali si notano ancora oggi (vogliamo parlare di Felipe Melo e, in subordine di Diego, due fra i più deludenti e costosi acquisti degli ultimi anni? Tant’è vero che i rapporti con la tifoseria erano precipitati ai minimi storici, le contestazioni erano diventate una costante e non solo per via dei risultati sportivi fallimentari, ma, anche, per la debolezza con la quale la posizione della Juve era stata sostenuta (sostenuta?) nella vicenda Calciopoli. Una ferita talmente aperta che le nuove intercettazioni portate alla luce dalla difesa di Moggi sono state sale puro versato sul cuore juventino. Ecco perchè, l’avvento di Andrea Agnelli è un punto fermo per il rilancio della più scudettata società italiana. Il resto tocca a Delneri e alla squadra. Ma loro lo sanno.
fonte: Xavier Jacobelli per quotidiano.net
La Redazione di Calciomercatonews.com
